Secondo. Tutti sembrano dimenticarlo, ma la Rai è (dovrebbe essere) un servizio pubblico, purtroppo tuttora pagato dai contribuenti attraverso il canone. Chi scrive è e resta per la privatizzazione. Ma proprio chi – invece – difende il servizio pubblico com’è oggi, dovrebbe essere il primo a dire no a una tradizione pluridecennale di faziosità e lottizzazioni, di propaganda orchestrata dalla maggioranza del momento (tendenza di fondo alla quale non si è sottratto praticamente nessun governo).
Terzo. Volete la Jebreal? Benissimo: la si inviti (in contraddittorio, please) in spazi di approfondimento politico e giornalistico, in cui la sua opinione (e quella di chi la pensa come lei) si confronti ad armi pari con chi la pensa in modo opposto: su Trump, su Israele, sull’Occidente, sull’immigrazione, sulla politica italiana. Sì a dialoghi e contraddittori (nelle sedi opportune), no a monologhi nei programmi di intrattenimento.
Daniele Capezzone, 6 gennaio 2020