In un mio precedente articolo avevo accennato che se quel fenomeno di Mario Draghi avesse voluto scoraggiare il rifiuto del vaccino, anziché lanciare grotteschi anatemi accusando i no-vax di essere degli assassini, avrebbe potuto molto più banalmente stabilire per legge che chi rifiuta il vaccino deve pagarsi le spese per le cure della malattia dalla quale il vaccino rifiutato protegge. Siccome la mia proposta ha sollevato un coro di proteste tra i commentatori, oltre che un articolo di redazione che criticava analoga proposta avanzata da Repubblica, bisogna che torni sull’argomento. Le proteste e le critiche sono legittime e, se fossero appropriate ben volentieri rivedrei la mia posizione. Ma appropriate non mi sembrano. Piuttosto, direi che il senso della mia proposta è stato frainteso.
Le obiezioni che si son mosse alla mia proposta sono tre. 1. Con la stessa logica andrebbero escluse le cure ai fumatori che lamentino problemi polmonari o cardiovascolari, agli alcolisti che contraggono cirrosi e tumori epatici o, in generale, a chiunque tenga uno stile di vita che gli procuri malattie; 2. la circostanza implicherebbe uno Stato etico, che detti gli stili di vita da condurre; 3. anche il non vaccinato paga le tasse e ha diritto, come tutti, a cure gratuite. Le obiezioni non sussistono.
1. Il fumo non è vietato, come non lo sono il bere alcolici o condurre stili di vita che potrebbero nuocere alla salute. Se il fumo fosse vietato, logica vorrebbe che chi poi s’ammala in modo inequivocabile per fumo non solo dovrebbe pagarsi le cure ma anche, per aver contravvenuto alla legge, dovrebbe pure pagare le sanzioni che un eventuale divieto imporrebbe. Ma il fumo e altre pratiche di vita non sono vietate – e ci mancherebbe che lo fossero!
2. Lo Stato etico non c’entra proprio. La mia proposta non intende essere una sorta di punizione nei confronti di chi, non vaccinandosi, conduce uno stile di vita scorretto difforme dallo stile di vita dettato dallo Stato. Lo Stato che imponesse il pagamento delle cure a chi non si vaccina non esprime alcun giudizio morale nei confronti della scelta fatta dal no-vax. La scelta è non solo libera, ma anche degna di essere rispettata. Il ragionamento dello Stato (e mio) è il seguente, ed è solo pragmatico. La nostra fragile e imperfetta umanità deve far fronte alle malattie e la società garantisce cure a tutti. Per alcune malattie abbiamo un meraviglioso presidio che consente di immunizzarci e evitarci la malattia. La circostanza allevia il sistema sanitario dalla presenza di malati per quelle malattie che possono benissimo evitarsi col presidio che la scienza ci offre: il vaccino. Per ottenere il quale, peraltro, una non indifferente porzione delle tasse dei cittadini è stata impegnata in ricerca. Nel caso poi la malattia fosse prona a diffondersi in una pandemia, abbiamo la massima necessità di non avere gli ospedali intasati da quei malati che non ci sarebbero se solo si fossero dotati di quel presidio: abbiamo altre malattie che non hanno analogo presidio e che abbiamo bisogno curare non potendole evitare.
Tu, no-vax, sei liberissimo di non vaccinarti. Però sappi che abbiamo bisogno di letti d’ospedale e di personale medico e paramedico per la cura di malattie che non hanno il presidio che invece ha la malattia per la quale è stato progettato il vaccino che tu rifiuti. Di conseguenza, ove contraessi la malattia dalla quale io Stato ti offro protezione, dovrai pagare le cure. Non è, questa, una “punizione” per la tua scelta sulla quale io Stato non intendo dare alcun giudizio morale, però sappi che la tua scelta potrebbe non solo intralciare le cure di altri malati, ma potrebbe anche arrecare danno a persone che, per ragioni sanitarie – per esempio, allergie – non possono aver somministrato il vaccino. Va da sé che se sei privo di beni e non puoi pagare le cure, queste non ti verranno negate e nulla dovrai pagare. Ma se hai qualcosa (stipendio, pensione, beni), ebbene allora dovrai pagare le cure per quella malattia dalla quale io Stato ti avevo già offerto l’immunità.
3. Le tasse che tu paghi servono per garantire assistenza sanitaria a tutti. Con esse lo Stato investe anche in prevenzione, e quella dei vaccini è una meravigliosa forma di prevenzione. Se tu la rifiuti non puoi pretendere di pesare sul sistema sanitario collettivo. Son cose che succedono già in altre circostanze. Per esempio, se tu sei vittima di un incidente mentre guidi una moto e subisci danni che avresti potuto evitare se solo avessi indossato il casco, ti verrà addebitata una corresponsabilità e tu dovrai pagarti parte del danno subìto, perché né l’assicurazione di chi ti ha investito né la tua assicurazione contro gli infortuni ti riconosceranno esente da responsabilità. È vero che il casco, io Stato, l’ho reso obbligatorio, ma avrei potuto legiferare nel senso di corresponsabilizzare chiunque decidesse di non indossarlo. È quel che sto facendo coi vaccini: anziché renderli obbligatori, voglio essere più liberale e chiamarti alle responsabilità delle tue libere scelte.
Franco Battaglia, 16 agosto 2021