Dopo la sicurezza e la felicità, voglio sporcarmi le mani con la politica, perché tutto è inutile se non si propongono strategie e soluzioni. Scrivo con la memoria al dibattito Parlamentare sulla fiducia al Conte bis, emblematico per comprendere quanto la politica sia un bene scarso e necessario da coltivare in futuro. La scena di un Parlamento dove ognuno parlava per sé, privo di ogni visione e strategia, mi ha lasciato l’amaro in bocca. La sola immagine che mi è rimasta è quella di un’orgia di parole pronunciate da piccoli uomini.
Nello spazio che mi è gentilmente offerto voglio provare a riflettere su qualcosa che è precedente a tutto questo e che dovrà essere funzionale a sviluppare una piccola parte della piattaforma politica di un partito capace di ispirare alla libertà ed alla felicità la propria azione: tutto il resto verrà di conseguenza.
Liberalismo in crisi
I protagonisti attuali sono in campo ma le armi sul terreno sono tremendamente spuntate. La sinistra rimarrà, ancora una volta, in mezzo al guado tra un liberalismo non maturato ed un assistenzialismo impraticabile. Mentre la destra, incapace di liberarsi del suo vecchio armamentario, rimarrà incastrata in un noioso reducismo paranoico e in un finto liberismo, in realtà dirigistico e rivendicativo: le tasse non pagate per necessità, il piccolo è bello applicato alle imprese, un localismo antistorico spacciato per nazionalismo. Del Movimento 5 Stelle non parlo, un poco perché non saprei che dire ma in particolare perché lo reputo inutile: si estingueranno rapidamente in una diaspora disordinata.
Oggi il Parlamento è unito solo dal desiderio, mai sopito, di elargire con munificenza denaro pubblico. Non ci sorprende che gli unici provvedimenti che passano a maggioranza assoluta siano gli scostamenti di bilancio, tradotto: come spendere oggi soldi non miei che saranno restituiti dai vostri nipoti. Ma di tutto questo non è colpevole il Parlamento. I colpevoli siamo noi elettori che nel 2018, vittime di una assurda campagna di odio e disinformazione, abbiamo eletto un Parlamento ingovernabile. Mi consento l’unica citazione di questa mia serie di articoli, perché non la troverete altrove: “Compito educativo dello Stato dovrebbe essere quello di abbattere l’opinione pubblica elementare favorendo il più possibile l’individualità del vedere e dell’opinare” scriveva il conte Yorck von Wartenburg in una lettera a Dilthey a fine XIX secolo. Questa esigenza è più viva che mai, dopo aver fatto esattamente il contrario illudendo e mentendo agli elettori o, peggio, comprandoli.
Unico obiettivo: occupazione delle poltrone
E mentre tutti sappiamo che il Conte bis si poggiava su di una maggioranza che era minoranza nel Paese, nessuno è stato capace fino al momento in cui scrivo, di sfruttare l’occasione, proposta da Italia Viva con la crisi, di costruire un Governo capace di interpretare la realtà attraverso il coinvolgimento della minoranza parlamentare maggioritaria nel Paese. Si è preferita la critica e l’irrisione dell’avversario, con l’unico risultato di rischiare, ancora una volta, l’occupazione del potere, unico fine di due delle forze ora al Governo il Pd ed il M5s.
Ora basta è bene che ciascuno di noi comprenda che non possiamo più fare a meno di un partito liberale, liberista, europeista e fondato sul principio della responsabilità individuale, che sia finalmente capace di coltivare la libertà come strumento per la felicità. Quindi liberale in politica, liberista in economia, guardiano dello stato di diritto, assertore delle libertà individuali, promotore attraverso i servizi pubblici di una politica sociale di pari opportunità per tutti. Rivolto al faro della libertà come strumento a disposizione dei cittadini per realizzare i propri obiettivi.
Le 3 proposte concrete
Ma oggi parlo di politica e la politica è fatta di proposte e mi piacerebbe se emergesse una coalizione dei Patrioti, o un’Unione per la felicità, o un Partito per la Libertà, capace di portare sul tavolo della politica, oltre a quanto già indicato come metodo, tre proposte concrete:
1. Sentiamo sempre parlare di libertà di impresa, io voglio parlare di libertà per gli imprenditori senza i quali l’impresa non esiste, sostenuta da una riforma fiscale improntata alla riduzione delle necessità di spesa dello Stato e non a criteri progressivi di mera volontà redistributiva: affamiamo la Bestia e chi vuol capire capisca. Massimo tre aliquote, spostamento della tassazione verso i consumi e tetto al prelievo fiscale che non potrà superare un valore determinato, l’attuale pressione è immorale oltre che insostenibile.
2. Politiche attive a favore della natalità e della permanenza in Italia dei giovani laureati, perciò aiuti alle famiglie sotto forma di voucher spendibili presso strutture pubbliche e private che accompagnino i giovani fino al completamento del loro ciclo di studi; ampliamento del programma Erasmus non solo durante il ciclo universitario ma anche durante il Liceo; stabilizzazione degli sgravi fiscali e contributivi per i giovani al loro primo impiego, il valore di questi sgravi dovrà essere raddoppiato per i laureati. Basta con la retorica egualitarista.