“43mila persone scomparse”. Ma sono molte di più

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Sparizioni in Messico: il nuovo censimento fake sui desaparecidos di López Obrador

AMLO non si fida della Commissione di Ricerca dei desaparecidos, la Comisión Nacional de Búsqueda de Personas. Per questo ha chiesto alla sua Segreteria del Welfare di realizzare un proprio censimento delle persone scomparse in Messico e, per questo, continua a dire che ci saranno “buone notizie”. Per ora la sola notizia è che quattro giorni fa Karla Quintana, che guidava la Comisión Nacional de Búsqueda de Personas si è dimessa. Per i parenti delle vittime e le organizzazioni civili, il nuovo registro dei desaparecidos di AMLO manipola la realtà solo per fini elettorali. Per AMLO sarebbero scomparse 43.463 persone durante il suo mandato (4 anni e mezzo), ma i parenti degli scomparsi assicurano che la cifra non corrisponde alla realtà, sono di più, molte di più. Per la cronaca Karla Quintana aveva fatto infuriare AMLO per aver rivelato la scoperta di un nuovo campo di sterminio narcos a Nuevo Laredo.

Così, nell’incontro privato che López Obrador ha avuto con i 22 governatori di Morena e dei loro alleati, il 23 maggio, ha detto che “non si fidava” della commissaria nazionale Karla Quintana e li ha intimati a sostenere che fosse il Ministero del welfare a “gestire le cifre”, ricorrendo ai “servi della nazione”. La decisione presidenziale ha suscitato preoccupazione tra i membri dei gruppi di parenti degli scomparsi. Temono che l’ordine di AMLO di effettuare un “censimento” significhi tagliare le gambe ai gruppi di ricerca e alle organizzazioni che fanno parte del Sistema Nazionale di Ricerca delle Persone.

Christian Zurita, l’ex candidato che ha sostituito l’assassinato Fernando Villavicencio, lascia l’Ecuador per evitare di fare la stessa fine dell’amico

“Le condizioni di pericolo per la mia vita sono enormi, molto alte, non voglio vivere così e non voglio che la mia famiglia sia sottoposta a quello che significa quella tragedia di vivere in una capsula di sicurezza con giubbotti e caschi mentre esco negli spazi pubblici. La mia vita è sempre stata libera, nella quale ho sempre potuto alzare lo sguardo ed essere orgoglioso di quello che ho fatto. Penso di aver fatto il massimo per compiere il mio dovere, la mia lealtà verso chi era mio fratello (Fernando Villavicencio) e poi per sostenere un progetto che gli appartiene ma dopo che avrò finito di adempiere a queste responsabilità devo prendermi il mio tempo.” Dall’estero Zurita deve “finire un libro ispirato da Fernando, perché lui ha avuto le informazioni ed entro la metà del prossimo mese lo pubblicherò”.

Zurita ha fatto anche riferimento alla decisione del Consiglio elettorale nazionale (CNE) di ripetere le elezioni per i deputati all’estero. Per l’ex candidato, “quello che sta commettendo il CNE è un abuso dei principi di causalità, certezza del diritto, legittimità e legalità rispetto al voto all’estero”. Se i risultati saranno diversi da quelli del 20 agosto, la distribuzione dei seggi in parlamento sarà modificata. Riguardo all’appoggio di Construye a uno dei candidati che si presenteranno al ballottaggio, Zurita ha sottolineato che hanno libertà di voto, ma che l’organizzazione politica ha sottolineato che non è possibile essere d’accordo con le mafie che Fernando Villavicencio ha combattuto.

Ortega militarizza la comunità di Musawás, nei Caraibi settentrionali del Nicaragua

Decine di agenti di polizia sono stati schierati nei territori indigeni di Musawás, situata al centro della riserva di Bosawa , nei Caraibi settentrionali del Nicaragua. “L’area è militarizzata. Per intimidire, sono arrivati 40 membri della forza speciale DOEP, la Direzione delle Operazioni Speciali di Polizia della Polizia Nazionale, secondo gli orientamenti del Governo Ortega”, si legge in una denuncia anonima dalla zona. I membri della comunità assicurano che la militarizzazione risponde al mantenimento del controllo delle comunità dopo la cattura di 7 membri della comunità e guardie forestali, tutti detenuti violentemente e condannati arbitrariamente. “Hanno richiesto una base di polizia a Musawas e non sappiamo ancora per quale scopo la realizzeranno, ma finora sappiamo che vogliono catturare più membri della nostra comunità”, temono gli abitanti della zona, che lungi dal sentirsi fiduciosi con la presenza della polizia sandinista, la temono. Amaru Ruiz, attivista ambientale, ha detto al sito indipendente 100% Noticias che c’è grande paura da parte dei membri della comunità dopo aver appreso dell’arrivo della polizia antisommossa, soprattutto da quando i loro ranger sono stati arrestati.

Paolo Manzo, 31 agosto 2023


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