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450 esperti per una finta Fase 2

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È arrivata la Fase due, ma che dico due, la fase uno e mezzo, come titolava ieri il Giornale. In effetti non cambia molto. Siamo liberi di uscire… restando a casa. Concesso (grazie, sire Conte) andare a lavorare ma non tutti e certamente non tutti subito. Il commercio al dettaglio, i ristoranti e i servizi di cura alla persona (come i parrucchieri) dovranno attendere… di essere falliti, visto che dovranno attendere rispettivamente il 18 maggio (negozi al dettaglio) e il 1 giugno (il resto). Concesso (grazie, sire) svolgere attività fisica un po’ più lontano da casa. Concesso (grazie, sire) andare a trovare i parenti, non troppi però, altrimenti è assembramento, vietato.

A proposito, come avverranno le verifiche in questo caso? Le forze dell’ordine ci busseranno alla porta di casa? E chi le manderà sul posto? Un vicino delatore? È concesso (grazie, sire) andare al mare se si abita al mare. È concesso (grazie, sire) muoversi all’interno della regione dove si è in quarantena. Se dovete andare a trovare la mamma, e per vostra sfortuna abita in un’altra regione, dovete chiedere il permesso al prefetto. Restano chiuse le scuole ma a settembre, successone, riapriranno: qualcuno avvisi il governo che nel resto d’Europa sono già riaperte o riaprono nel mese di maggio.

Ci saranno ancora le autocertificazioni, quinta versione, ma abbiamo. Perso il conto, magari è la 35esima. Chiese chiuse. Slot aperte. Gli imprenditori si lamentano perché non è affatto chiaro cosa sia richiesto per aprire i battenti. Aiuti economici, in larga parte non pervenuti. Mascherine? Sono due mesi che dovrebbero arrivare.

Ecco, per progettare questa meravigliosa Fase due, il governo ha mobilitato 450 esperti (di cosa?) suddivisi in circa dodici task force. Complimenti anche a loro.

Alessandro Gnocchi, 28 aprile 2020