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5 euro di multa per le battute sessiste

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“Te le cucini tu?”. Io mi provo. Ma è sempre più difficile, lo scollamento dalla realtà, che si potrebbe anche chiamare imbecillità, essendo ormai salito al potere. E come fai non dico a ironizzare, ma anche solo a descrivere un delirio oltre ogni ricovero, così come affiora dalle pagine di Repubblica, che in questo caso è parte in causa, anzi correa? Difatti la farsa, vagamente trucida, va in scena “sul palco del RepIdee”, che forse andava demolito per mancanza di materia prima. C’è un dibattito, proprio così, tra la vicesindacA di Bologna e la sindacA di Budrio chd diventa “uno sguardo sulla pratica del femminismo”: perché il femminismo, se non lo sapete, si pratica, come il padel. Tra le “idee”, abbagliante quella della vicesindaca Emily Clancy, con due ipsilonni: in giunta hanno deciso una multa da 5 euro per ogni battuta sessista che si senta volare.

È tutto vero, non è uno scherzo o un racconto lisergico-psichedelico: hanno il blocchetto con le multe, se uno apre bocca gliene appicciano una sul muso. E la cosa che più fa pena, è che, evidentemente, i maschi, ma solo sulla carta, non hanno fiatato. Ma santo di quello Iddio, ma chi è che lo decide se una battuta è sessista? Emily Clancy? La giunta al completo? C’è una commissione interna? Esterna? Chiamano la sardina Mattia? Deferiscono alla Commissione Segre? C’è il Var? Per questo diventa difficile, diventa impossibile satireggiare su queste, perdonate, stronzate politicamente sconnesse: l’applicazione è improbabile se non addirittura fascista (il “dibattito” in effetti si svolge nel Salone del Podestà, almeno il luogo è pertinente), la censura è di tipo stalinista. “Alla fine devolveremo la somma a una associazione che combatte il sessismo”.

Ma sparatevi. Non hanno altro da fare, in giunta a Bologna (e sul palco del RepIdee)? Lo sanno o non lo sanno che veniamo da due anni e mezzo di regime, che, secondo una ricerca appena uscita, due anni di pandemia, rectius di sciagurata gestione della medesima, hanno ammalato gli italiani di tabagismo, depressione, alcoolismo, smanie suicide, senza contare i cuori che schiantano dopo i vaccini, non più occultati neanche dalle verginelle pentite alla Galli? Lo sanno, che c’è una guerra orribile non lontano da qui, orrenda perché non si ferma, perché si allarga, perché le ripercussioni riguardano tutti, anche l’Italia, perché andiamo verso i razionamenti, il caldo d’estate e il freddo d’inverno, le bollette impossibili da pagare, le aziende che chiudono, il tavolino sempre più deserto, una guerra nella guerra, guerra che chiama guerra? Lo sanno che a Roma, per fare un esempio, la gente si scanna in mezzo ai cinghiali mentre su autobus che prendono fuoco conducenti si fanno letteralmente le pippe davanti ai passeggeri? E Roma è la capitale di questo Paese in liquefazione. Ma no, loro pensano alle multe per le battute sessiste.

E non è tutto, anzi non è ancora niente. Sul palco del RepIdee due ore di masturbazioni cerebrali sul “retaggio del passato maschilista che fa capolino persino a sinistra”, sulla dicitura sindaco-sindaca, “In Coalizione Civica abbiamo lavorato molto sulla decostruzione del maschilismo di genere” spiega Clancy. Se vuole intendere la distruzione del maschio di specie, allora ce l’hanno fatta, senza neanche trovare resistenza. Roba da rimpiangere il femminismo vintage che si sfiniva a sfruculiare di orgasmo clitorideo e vaginale. E ora, lettrici e lettori, tenetevi forte, perché dal RepIdee arriva la trova più (sendera) luminosa: pipponi sulla doppia preferenza di genere alle elezioni, le schede multicolor e tutto il resto delle stronzate, a Bologna, a Budrio, insomma da quelle parti si sono accorti che nelle Assise gli uomini parlano di più; così hanno escogitato il cronometro per gli interventi: se no è sessismo. Tic, tac, tempo scaduto, tocca a una donna.

Ditemi voi come si fa a sperare di non sparire. Perché è da vedere con quanto sussiego Repsenzaidee lancia questo campionario di puttanate; perché la smania statalista della sinistra, censurare, multare, cronometrare, apparecchiare, destrutturare, omogeneizzare, sembra non conoscere più freno, sono dei diavoli scatenati che si nutrono delle loro scemenze. “Ah, perché gli uomini intervenivano senza paura mentre le donne esitavano, si decidevano solo dopo che c’era stata una prima di loro a parlare”. “Piccoli choc al sistema”, lo definiscono le vaneggianti sul palco delle Idee. Sciocche senza dubbio, il sistema lo lascino pur stare perché loro sono il sistema; e un sistema prevaricatore, irrazionale, autocompiaciuto e quindi stupido. Un sistema che s’inventa la multa sulle battute sessiste, ma definiscono Giorgia Meloni, per il solo fatto di esistere, in modi che neppure nei peggiori bar di Caracas, volano le medaglie, i sorrisini d’intesa, le pacche sulle spalle farabutte, altro che multe.

La chiusa è esemplare: “Uno dei più attesi, l’unico [choc di sistema] che sarebbe forse capace di cambiare davvero le cose nel mondo del lavoro è un congedo di paternità che duri lo stesso tempo di quello delle donne”. “Una battaglia – conclude D’Elia – che anche gli uomini dovrebbero fare. E che colpisce molto che in Italia non facciano”. No, non è che non lo facciamo, è che pure noi una volta al mese abbiamo le nostre cose, aspettate un attimino che ci passino e poi ci uniamo alla improcrastinabile battaglia per segarci le balle.

Max Del Papa, 20 giugno 2022