Mentre l’Europa e l’Italia dormono, c’è un Paese, che qualcuno vorrebbe far entrare in Europa, infaticabile nel cercare di assumere il ruolo guida del mondo musulmano affacciato sul Mediterraneo. Parliamo ovviamente della Turchia di Erdogan, Paese non in linea con il rispetto dei diritti civili, ad esempio la libertà d’espressione. Qualche fatto.
Primo. La Turchia usa i migranti come strumento di pressione verso l’Ue. Bruxelles paga? I migranti restano in Turchia. Bruxelles non paga? I migranti arrivano in Grecia e prendono la rotta dei Balcani.
Secondo. La Turchia mostra la sua forza militare ogni volta che può. Non solo nella questione siriana. Ora interviene con decisione nella guerra civile in Libia. Erdogan non solo manda armi a Serraj ma promette, se richiestogli, di inviare le truppe necessarie per fermare l’avanzata verso Tripoli del generale Haftar.
Terzo. La Turchia trivella il fondo marino in cerca di gas in acque che non sembrano competerle. Un accordo con La Libia rende di fatto una parte del Mediterraneo “controllata” dall’Ankara. Reazione italiana, pesantemente estromessa dalla questione libica, zona di nostro interesse industriale ed energetico: nessuna. Il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, non ha toccato palla.
Quarto. Istituzioni, con sede in Europa ma legate all’Ankara, redigono liste di proscrizione di immaginari islamofobi, schedati nazione per nazione. Anche il sottoscritto è stato segnalato per aver scritto un libro su Oriana Fallaci. La Turchia si pone o si vorrebbe porre dunque alla testa delle “guerre culturali” all’interno della Unione europea. Reazione di Bruxelles non pervenuta. Anzi pervenuta: ha finanziato l’elenco del telefono dei presunti islamofobi. Esatto. Sono stati usati fondi europei per mettere nel mirino cittadini europei in base a criteri fissati dalla Turchia.
Quinto. Chi ha guidato la crociata di protesta contro la consegna del Premio Nobel per la letteratura a Peter Handke, reo di aver sostenuto la parte serba nella guerra bosniaca (senza per altro negare i crimini di guerra contro i musulmani)? La Turchia.
Alessandro Gnocchi, 13 dicembre 2019