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5 motivi per essere favorevoli allo smart working - Seconda parte

Siamo passati dal feudo alla grande città industriale e poi terziarizzata; credo che potremo sopportare un altro passaggio. In questi mesi, ho personalmente assaporato i piaceri del lavoro da casa e del rientro in provincia. E il bello è che, a stringere, ho prodotto di più. Non dico che il telelavoro debba diventare un obbligo: flessibilità, appunto, è dare al dipendente la facoltà di scegliere. Magari, di optare per una modalità mista, che consenta anche di allestire periodi di rodaggio in presenza per i neoassunti, o di organizzare la settimana di lunedì e martedì, per poi procedere in autonomia.

Siamo di fronte a un preclaro esempio di come la tecnologia, che pure ci ha proiettato nella civiltà delle macchine e della frenesia, ci offra comunque vie d’uscita dal logorio della vita moderna. Chiaramente, ciò presuppone che lo Stato acceleri sulla banda larga e sulla digitalizzazione delle aree isolate del Paese. Purtroppo, mentre si discute di un dossier strategico quale la rete unica, certi leader che puntano il dito contro lo smart working, non esprimono alcuna posizione.
La speranza è che la finestra inaspettatamente spalancata dalla pandemia non venga sigillata dalla solita, squalificante, controproducente logica delle tifoserie.

Alessandro Rico, 30 agosto 2020

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