La deriva di controllo sociale a cui stiamo assistendo si spinge ogni giorno a un livello più profondo e non risparmia nemmeno i più giovani arrivando al punto di coinvolgere gli studenti delle scuole medie nei controlli sanitari verso i propri coetanei. È quello che accade a Formigine nel modenese dove il Comune a guida Pd ha avuto la brillante idea di lanciare un progetto in cui gli studenti delle scuole medie del territorio che prendono lo scuolabus potranno verificare che i loro coetanei rispettino le norme sanitarie vigenti “vale a dire l’obbligo di indossare correttamente la mascherina e di igienizzare le mani all’ingresso dei mezzi”.
Studenti poliziotti
In sostanza, agli studenti che daranno la loro disponibilità, verrà fornito un “tesserino di riconoscimento” con nome e cognome e dovranno riprendere i loro compagni di scuola con la mascherina abbassata o che sono saliti nello scolabus senza igenizzarsi le mani. Il progetto è presentato sul sito del comune di Formigine con enfasi “trasformare il rispetto passivo delle regole in un’esperienza di cittadinanza attiva e responsabile”, si parla di “peer tutoring” (di solito si usano questi termini inglesi per indorare la pillola) ma siamo di fronte a un’iniziativa che divide i ragazzi rischiando di creare episodi di bullismo e discriminazione tra chi controlla e chi è controllato. Addirittura, a conclusione dell’anno scolastico, è previsto “un momento di saluto insieme all’Amministrazione comunale, accompagnato dalla consegna di un attestato”.
Le reazioni
L’iniziativa ha creato numerosi malumori, secondo il consigliere comunale di opposizione Marina Messori “i giovani, già fortemente provati dalle restrizioni e alle limitazioni legate alla pandemia da Covid, non dovrebbero sostituirsi agli agenti di pubblica sicurezza rischiando di incrementare fenomeni di isolamento sociale ed episodi di bullismo all’interno del gruppo classe e dei pari”. Rincara la dose Simone Zanin, responsabile di un’associazione locale: “questo provvedimento tende a dividere, discriminare, separare tra presunti buoni e cattivi, invece che promuovere solidarietà ed empatia. È ancora più grave perché coinvolge giovani adolescenti che rischiano di interpretare in maniera distorta dei ruoli di controllo e giudizio che non gli sono propri, fino a configurare il rischio concreto di sfociare nella prevaricazione”.
Non è d’accordo l’assessore alle politiche scolastiche ed educative di Formigine Simona Sarracino che parla di “fake news” per chi afferma che gli studenti si trasformano in controllori: “i ragazzi non controllano ma sono amici tra di loro. Sono amici che si approcciano ad altri amici in un’ottima di coesione sociale”. Eppure sul sito del Comune si legge che i ragazzi dovranno: “verificare il rispetto delle norme sanitarie vigenti”. Nel dizionario dei sinonimi e contrari della lingua italiana, il primo sinonimo di “verificare” è “controllare”, cambia la parola ma rimane analogo il significato dell’iniziativa.
Ci auguriamo il Comune di Formigine faccia quanto prima un passo indietro e restituisca ai ragazzi la libertà di non dover svolgere ruoli che non spettano a giovani il cui unico pensiero a scuola dovrebbe essere quello di studiare e socializzare.
Francesco Giubilei, 22 gennaio 2022