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L’incendio in Grecia? Colpa anche della Troika

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La settimana è cominciata con la bomba Marchionne. Molti mi hanno chiesto di scriverne, fare commenti, altri mi hanno proposto interviste. Ho rifiutato, rispondendo che avrei parlato e scritto quando sarebbe stato il momento, e bene ho fatto. Ho letto su alcuni giornali, su Twitter, cose giornalisticamente orrende, intendiamoci giudizi legittimi, ma ritornare in un momento come questo su aspetti molto marginali della sua vita professionali, come sono stati quelli (italici) di tipo sindacale, confindustriale, politico per ragioni di bottega politico-giornalistico l’ho trovato francamente poco elegante.

Sergio Marchionne merita analisi e riflessioni di ben altro livello, essendo stato il tipico uomo di una slabbrata epoca di mezzo, di spessore, un vero innovatore, nel bene e nel male. Poi, a metà settimana, la morte e ora le nuove polemiche se in certi casi sia giusto o meno informare gli azionisti. Con il cuore gli ho scritto una lettera aperta per ricordare che la storia dei suoi due consolati (2004-2009 e 2009-2018) è diversa da come la racconta il mainstream italiota (lui merita la storia vera non uno straccio di storytelling d’accatto) e per dirgli che mi dispiace tanto, tanto.

È per me imbarazzante parlare dello spaventoso incendio in Grecia (“Sembrava Pompei”, l’ho trovata una sintesi raccapricciante). È curiosa la lettura degli incendi da parte delle classi dominanti e della stampa internazionale. Se avvengono nei paesi del Nord, sono sfortunati fenomeni naturali (quelli in California, ricorrenti, quelli in Australia, pure, addirittura nella “perfettina” Svezia), mentre se avvengono nei paesi del Sud sono imputabili o alla malavita organizzata o agli speculatori, e il loro scadente contrasto al fuoco alle carenze delle strutture pubbliche (forze di polizia, protezione civile, magistratura).

Altrettanto curiosa la lettura dell’incendio in Grecia da parte delle classi povere europee. Per loro la colpa è, a prescindere, della Troika, punto. Premetto che la Troika è fatta da tre funzionari che hanno un ruolo solo tecnico, come fossero ragionieri di aziendine padronali che tagliano i costi (“in modo lineare”), per pareggiare il bilancio. Quando questi cittadini leggono che il taglio di budget imposto dall’Europa al Ministero greco alla Protezione civile, dal quale dipendono i vigili del fuoco, in occasione del quattordicesimo pacchetto austerità riferito alla sorveglianza antincendio (taglio di 34 mln. €, fra personale e mezzi), fanno due più due. Meno soldi, meno mezzi, meno pompieri, più fuoco, ergo meno protezione, più morti. Poiché sono poco colti, la loro è liquidata come una banale percezione.

Sia chiaro, nessuna polemica da parte mia contro l’Europa, perché polemizzare con lei è sbagliato per definizione: Bruxelles non fa politica, applica protocolli di contratti che si è scritta. Credo però che una riflessione si imponga per il futuro. Avevo letto che ad agosto, alla fine delle 14 “manovre di austerità” (sic!), i grandi papaveri di Bruxelles e di Berlino intendessero festeggiare l’evento con il premier greco Alexis Tsipras. Dopo questo evento, mi auguro non abbiano lo stomaco di farlo.

Comunque, con questo “modello” politico, economico, culturale i casi Grecia sono destinati ad aumentare, a meno che i popoli europei, nel segreto dell’urna, il prossimo anno licenzino queste leadership placebo, colpite da una particolare forma di sciatica morale.

Curiosamente, tutti noi diamo per scontato che in America ci siano ancora le Riserve indiane, socialmente imbarazzanti per qualsiasi paese civile, eppure è così, ci sono. Ora una ricercatrice canadese, Annita Lucchesi, ha deciso di studiare il fenomeno della scomparsa di giovani native americane. Nei primi sei mesi del 2018, e nel solo piccolo Stato del Montana (un milione di abitanti) sono scomparse 18 ragazze native fra i 10 e i 24 anni, complessivamente oltre sono 300 all’anno e nell’elenco di Lucchesi sono ormai 2.000. Curiosamente le Polizie locali aprono indagini che non si chiudono mai, dicono per mancanza persino di indizi minimi. Ciò significa che si è in presenza di organizzazioni criminali e che i nativi sono considerati cittadini di serie C. Infatti le scomparse continuano, sono in aumento, ma tutti tacciono, compresi i media locali, così i nazionali.

Mi ha colpito una frase di Josie Ironshield: “I trafficanti di esseri umani cercano persone vulnerabili e non ci sono persone più vulnerabili in America delle giovani indiane.” Una notizia vergognosa che ti fa vergognare, specie se ami l’America, come me.

Riccardo Ruggeri, 27 luglio 2018