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8 marzo: le bugie all’origine della festa della donna - Seconda parte

La donna aveva un cordone ombelicale invisibile e sempiterno verso la sua famiglia, oggi è solo un’imitazione riuscita male, isterica, dell’uomo. Terrorizzata dal passare del tempo ha paura di diventare “ieratica” e si nasconde dietro labbra a canotto e zigomi a barcone: avvelenando ogni tipo di saggezza che le sarebbe connaturata. La donna di oggi disinibita ed esibizionista, oggetto di mercato è utile solo a diventare capolista con le quote rosa. Occupando una poltrona solo perché femmina, ha ucciso l’orgoglio che viene dal merito. Facendosi chiamare “ministra”, “direttora”, “presidenta” e “medica” ha ucciso pure l’italiano.

La donna che sa chi è non festeggia l’8 marzo, anzi tifa per abolirlo lasciando le mimose sugli alberi. Perché la donna ad immagine e somiglianza di quella emancipata dal cattolicesimo è colonna portante, equilibrio tra desideri, società  e famiglia. Ha un valore suo proprio, che oggi ha mortificato nel suo essere un maschio castrato. Donna viene da ‘domina’, signora e da ‘domus’, casa. C’è qualcosa di barbarico, violento, vigliacco e demente in chi è felice che la donna abbia perso la sua signoria. L’8 marzo delle mimose e della fasulla storia dell’incendio festeggiatelo voi, femminucce e non donne!

Lorenza Formicola, 8 marzo 2021

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