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“A” come Abruzzo, “I” come Italia - Seconda parte

L’Abruzzo è una piccola enclave. Un territorio che ne ingloba tanti altri, dove all’improvviso si aprono scenari che non ti aspetti. La strada che da Sulmona, (città erroneamente nota quasi esclusivamente per i confetti) porta a Scanno attraverso la Valle del Sagittario meriterebbe di essere percorsa a piedi per poter osservare i panorami mozzafiato che esplodono dietro ogni curva. L’arte orafa di Pescocostanzo, l’inspiegabile guerriero di Capestrano, la costa dei Trabocchi e i laboratori del Gran Sasso, tra i più importanti al Mondo e dove incontrare Carlo Rubbia e Marica Branchesi è prassi quotidiana.

Quanto ci sarebbe da raccontare ancora. Borgo dopo Borgo, a partire magari proprio da S.Donato di cui ci ha parlato Valentina nella sua lettera. Qualcuno, arrivato a questo punto potrebbe accusarmi di voler fare pubblicità indiretta a questa Terra. A quel qualcuno rispondo: cosa ci sarebbe di male? Facciamola la pubblicità al nostro Paese, ai nostri Paesi, ai nostri territori, alla nostra cultura, alla forza delle nostre tradizioni. Vedere che le città italiane non primeggiano le classifiche dei flussi turistici internazionali dovrebbe farci riflettere non poco, riflettere ed agire, perché si possa continuare a dire di noi che siamo il “Bel Paese” che Stoppani ha raccontato nel suo libro.

Leopoldo Gasbarro, 25 settembre 2019

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