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A Mattarella saltano i nervi

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Ora che anche il Premier girovago Peppino Conte ha abbandonato gli impeccabili abiti del suo sarto di fiducia Paolo Di Fabio per giubbotti e felpe militari, il governo sta preparando una grande festa in maschera per il reddito di cittadinanza prima delle europee. Gli strateghi pentastellati, in segreto, stanno architettando un grandioso show musicale e politico al Circo Massimo per consegnare ai primi mille fortunati la preziosa card. L’idea è di riproporre in grande ciò che hanno già fatto per presentare la magica tesserina, urletti di giubilo compresi, quando Di Maio ha tolto il telo bianco, come si fa in Ferrari per scoprire la nuova monoposto. Chissà se accanto a Giggino, rigorosamente in blu notte, ci saranno come valletti il vice Presidente del Consiglio Matteo Salvini in giubbotto della Polizia di Stato e il cocco del Premier, il guardasigilli Alfonso Bonafede, con quello della Polizia Penitenziaria. E se a presentare l’evento verrà chiamata Elisa Isoardi per dare un tocco glamour alla serata. Chissà anche se quei primi mille ignari cittadini sanno che una volta ricevuto quel ‘sussidio’, se davvero arriverà, saranno perseguitati a vita da fisco, controlli e sindacati come teme il Garante della Privacy.

La kermesse però non riuscirà a nascondere i risultati economici che fra 60 giorni daranno un colpo mortale al governo. Anche se ci sono le elezioni, infatti, quest’ultimo dovrà presentare entro il 10 aprile al Parlamento il Documento di Economia e Finanza, in cui “topolino” Tria non potrà continuare a scrivere numeri a casaccio, come gli rinfaccia il suo talent scout Renato Brunetta. Bisognerà cominciare a tirare le somme dell’andamento del Pil fino a quel momento, partito con il piede sbagliato a causa del trascinamento negativo del 2018, della congiuntura internazionale, della produzione industriale purtroppo in calo, delle aspettative di famiglie, consumatori, imprese e investitori ridotte al lumicino, del crollo della fiducia e dei mancati investimenti, dati che sono tutto in economia.

Per non parlare degli effetti sul tasso di disoccupazione e sull’inflazione. L’esatto contrario di quello che ci si aspettava e di cui l’Italia aveva bisogno per invertire il ciclo. E non ci saranno alibi. Lo spread impazzirà, come ha già cominciato a fare, i mercati e l’Europa ritireranno quella pur minima apertura di credito dei mesi scorsi e il rischio di una Troika che imponga una patrimoniale sui beni mobili e immobili degli italiani diventerà più che mai concreto, come stanno studiando i tecnici della Ragioneria nonostante le smentite ufficiali.

Il centrodestra davvero unito, e non di facciata solo per le photo-opportunity elettorali, potrebbe approfittare di tutto questo per tornare alla riscossa, cancellare reddito di cittadinanza e quell’inconcludente bonus di 80 euro di Renzi, destinando tutte le risorse a un vero e sacrosanto taglio delle imposte. E riprendere in mano le redini della politica estera che perfino il balbettante Ministro Moavero minaccia ogni giorno di abbandonare, per uno strapuntino da qualche parte in Europa. Un caos sociale, economico e diplomatico che sta facendo perfino saltare i nervi al mite Sergio Mattarella, che passa ormai le sue giornate a cercare affannosamente i precedenti di una situazione simile. Magari pensa anche ad un messaggio alle Camere, come fece Francesco Cossiga nel 1991 e che rimase in gran parte inascoltato, come ricorda nel bel libro ‘Come un incubo e come un sogno’ il profetico Paolo Savona. Un incubo, appunto.

Luigi Bisignani, Il Tempo 10 febbraio 2019