“In Italia, il giornalismo che crea ‘notizie’ per alimentare la confusione sembra prosperare”, così ha commentato Francesco Storace su Libero il presunto retroscena pubblicato ieri dal Quotidiano Nazionale in cui si immaginavano Gianni Alemanno e lo stesso giornalista come burattinai di Roberto Vannacci, il generale finito nella bufera per il suo best seller da migliaia di copie.
Il pezzo finito in tutte le edizioni del Giorno, Nazione e Resto del Carlino aveva un titolo decisamente intrigante. “Ultra-destra in campo per rubare voti a Fdi”, con Alemanno e Storace stessi citati come protagonisti dietro le quinte del caso Vannacci. Una “montagna di castronerie”, la definisce il giornalista. Non solo perché, a differenza di quanto scritto nel testo, “Il Giornale d’Italia con me non c’entra nulla da almeno il 2018″. Non solo perché La Destra che Storace fondò non fu affatto creata “contro FdI”, visto che nacque cinque anni prima. E poi non è vero che con Alemanno trama per formare un nuovo partito, visto che alla convention di Orvieto non c’è manco andato.
“Poi è da standing ovation la frase: «Il libro di Vannacci lo avrebbe ispirato proprio Storace»”, scrive il giornalista di Libero. Una teoria ripresa anche da Avvenire, che però il diretto interessato smentisce categoricamente. “Se è un tormentone, fatemelo sapere – scrive Storace – Ma che in Italia debba prosperare un giornalismo che inventa letteralmente le ‘notiziè per creare casino ieri ne ho avuto la prova provata. Il caso Vannacci ne è la cornice, protagonisti alcuni giornali che si divertono ad attribuirti movimenti politici inesistenti. Anche perché mi piace da matti aver ricominciato – da diversi anni – a fare il giornalista e non partecipo a manovre politiche contro chicchessia”.
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