Green o non green? Io conoscevo solo i campi da golf perché sono un’oasi che mi scagiona dal mio disagio perché lontano dal cemento e dall’acciaio mi sento in colpa: io voglio asfalto e traffico. Perché mi ci trovo bene. Dove ci sono catrame e smog: respiro. Tanto che durante il Covid giravo con la mascherina di ordinanza ma con un buco vicino alla bocca: perché se mi contagiava qualcuno non mi piaceva (sono individualista) ma soprattutto perché se mi inquina un pullman mi sta antipatico ma se mi inquino io fumando no. Il dramma è che è vero.
Soprattutto a Milano dove Sala ha appena disposto che dal 1° gennaio 2025 non si potrà fumare all’aperto. Io che mangio solo per fumare non mi allarmo per me stesso – fumo 5 pacchetti al giorno di Gitanes senza filtro – ma per Sala stesso: ma dove le pensa? Non ha altro da fare? Voglio trovare un vigile che mi faccia la multa mentre sotto casa mia in via Solferino dormono i barboni con la tenda, da residente in zona ho sei posteggi per residenti e una trentina di pass Area C all’anno. Ho venduto la macchina e ho fatto prima. Grazie Sala, adesso prendo solo taxi, me li paga lei? Ed è anche diventato difficile: chiami i tre numeri dei taxi milanesi alle 8 del mattino e sono sempre occupati. I posteggi? E chi li trova? In Piazza San Babila li hanno nascosti (in via Borgogna) e sono solo 2! In corso Buones Aires è visibile solo quello in Piazza Oberdan: Lima? Tolto! Ci sono in via Vitruvio e via Plinio. Ma chi li vede?
Vedo solo le ciclabili: enormi imponenti per chi dalla periferia vuole arrivare in città. Nulla di male, sia chiaro, ma se vuoi andare in bicicletta trasferisciti in campagna. Anche perché i cordoli in cemento che limitano la preferenziale dalla strada auto è in cemento. Aspetto il primo che cade. Non sono contro le biciclette, anzi. Ogni mattina alle 5 prendo la mia e faccio 26 chilometri: d’accordo ha la pedalata assistita, ha 38 marce, ma la fatica è fatica. Anche perché nei parchi a quell’ora non incontri esseri umani ma coperte e sacchi a pelo sulle panchine deambulanti. Decine di immigrati che dormono al fresco, beati. Ecco Sala, magari un controllo ogni tanto? No, eh?!?
Chiedo ai tanti che l’hanno votato perché mai: non sanno rispondere ma chi Sala l’aspetti. Solo divieti, ordinanze, la bandiera che sventola come in ogni comune con scritto “Verità per Giulio Regeni” e sono passati anni. Ma tanto, l’importante è che sia lì. Essere solidali, poi cercare la verità che importa. Non credevo di trovare un sindaco peggio di Sala ma ci sono riuscito!!! È Alessandro Rapinese, sindaco di Como, spesso ospite dei talk show per essere noto come “sindaco sceriffo”. Rapinese sulle pagine della Provincia di Como, Lecco e Sondrio ha dichiarato che bisogna incentivare i bed&breakfast perché “sono case sfitte”. Ma non lo sa che il 95% dei B&B sono case già abitate?
Ma non è questo: qualche riga dopo afferma che “dovremmo eliminare il liberalismo facendoci sentire in Europa per tornare al socialismo”. Perché – prosegue – “la qualità della vita non dipende dal costo al metro quadro. Non mi sognerei mai di abitare a Montecarlo o in Via Montenapoleone”. Eh già perché la qualità della vita – non la felicità che è altro ed è ovunque – non cambia dal palazzone dove Fantozzi prende il bus al volo in tangenziale rispetto a Montecarlo? Ma per favore, basta con questa ipocrisia. Io abito a 300 metri da Montenapoleone da 30 anni e la qualità della vita cambia eccome: tranne quando leggo queste dichiarazioni. Perché devo mettermi la mascherina con il buco anche per leggere i quotidiani.
Gian Paolo Serino, 21 agosto 2024
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