Se dovessimo analizzare la campagna elettorale della coalizione di centrosinistra, essa si articolerebbe su almeno due aspetti fondamentali. Da una parte, il segretario dem, Enrico Letta, ha quotidianamente accostato Giorgia Meloni all’Ungheria di Orban – come per dire che Fratelli d’Italia sia un pericolo per la democrazia; dall’altra, invece, si è cercato di deplorare l’avversario politico con la solita retorica del fascismo. Insomma, la coalizione di centrodestra, una volta salita al potere, sarebbe pronta ad eliminare qualsiasi diritto civile: aborto, unioni civili e via andare.
Non conta il fatto che Fdi, Fi e Lega governino la gran parte delle regioni italiane; non conta che i motori economici d’Italia, Lombardia e Veneto, siano da decenni sotto il controllo di quelle che, in modo spregiativo, vengono definite “le destre”. Tutto ciò non rileva. Ad ogni campagna elettorale il giochino è sempre lo stesso: gridare al fascismo in assenza di fascismo.
No, Meloni non è contro l’aborto
Dopo le criminalizzazioni, a suo tempo, nei confronti di Silvio Berlusconi; e dopo quelle contro Matteo Salvini, nel corso del governo gialloverde; ora, c’è una nuova leader da tenere sotto tiro: Giorgia Meloni. Ormai da qualche settimane, è campata in aria la strana idea, secondo cui la fondatrice di Fratelli d’Italia, una volta al potere, sarebbe pronta ad eliminare la legge 194, ovvero l’insieme di norme che hanno depenalizzato l’aborto nel 1978.
Mai cosa più falsa. In realtà, in nessun confronto, comizio o riunione di partito, Meloni ha mai scritto né parlato di abrogazione della disposizione in questione. Anzi, proprio nella giornata di ieri, durante la trasmissione Mezz’ora in Più, su Rai Tre, condotta da Lucia Annunziata, la leader Fdi ha affermato: “Io non ho mai detto che voglio modificare la 194, ma ho detto che voglio applicarla: vorrei aggiungere diritti. Le donne che si trovano nelle condizioni di abortire perché non hanno alternative, magari per ragioni economiche, possano avere quella alternativa”.
La criminalizzazione della sinistra
La posizione sembra chiara, no? Dello stesso riguardo, non è invece Enrico Letta: “Giorgia Meloni non mette in discussione Dio, Patria e famiglia e quel concetto di struttura patriarcale della società”. Ed ecco che fuoriesce la solita narrazione sulla società patriarcale, maschilista e misogina, che odia la donna. Poco importa se, a colpi di quote rosa, la sinistra non sia mai riuscita a presentare una presidente del Consiglio donna. Lo sbandieramento è sempre il medesimo: “Vogliamo una premier”, ma solo se di sinistra, aggiungiamo noi.
“Un diritto in più alle donne”
Per di più, Giorgia Meloni sostiene la posizione di non voler abrogare la legge 194 anche a Non è l’Arena, ospite di Massimo Giletti: “Non intendo abolire o modificare la legge 194. In che lingua ve lo devo dire? Voglio applicare la legge 194, aggiungere un diritto: se oggi ci sono delle donne che si trovano costrette ad abortire, per esempio perché non hanno soldi per crescere quel bambino, o perché si sentono sole, voglio dare loro la possibilità di fare una scelta diversa, senza nulla togliere a chi vuole fare la scelta dell’aborto”. E arriva la frecciata finale: “Domani qualche pseudo femminista mi attaccherà comunque, dicendo che non è quello che voglio davvero”.
Insomma, a sei giorni dal voto per le elezioni politiche, il dibattito diventa sempre più aspro: la sinistra sta maturando la consapevolezza di non potercela fare, di vedersi sottratto Palazzo Chigi dopo dieci anni di governo da lei sostenuto o presieduto. Qualsiasi criminalizzazione, a questo punto, fa parte del gioco.
Matteo Milanesi, 19 settembre 2022