Politica

La corsa al voto

Abuso d’ufficio, Di Maio fa un altro dietrofront (per fortuna)

luigi di maio abuso d'uufficio

È stato annunciato il programma elettorale da Luigi Di Maio, il nuovo leader del partitino che ora si chiama Impegno Civico e cha ha deciso di essere ingrediente – superfluo – di quella zuppa chiamata centrosinistra. Al primo posto c’è l’abolizione di dieci leggi “che rendono la vita un inferno agli amministratori locali e alle loro comunità”.

“Mettiamo mano all’abuso d’ufficio che costituisce la paura della firma di tanti sindaci”, ha spiegato il ministro degli Esteri nel discorso di presentazione alla Camera. Quell’abuso d’ufficio che però Di Maio, fino a qualche anno fa, definiva in tutt’altro modo. “L’abuso d’ufficio è un reato in cui cade spesso chi amministra – diceva nel 2019, quando Salvini propose di abolirlo – Non è togliendo un reato che sistemi le cose. Il prossimo passo quale sarà? Che per far evitare di far dimettere un sottosegretario togliamo il reato di corruzione?”.

Il vecchio Di Maio si faceva scudo della sua “integrità morale” per fare breccia nel cuore degli italiani.
 “Ho sentito dire che qualcuno vorrebbe abolire il reato di abuso d’ufficio – ribadiva – Io ringrazio tutti i sindaci d’Italia per il lavoro che fanno, ma se qualcuno pensa di poter aiutare qualche governatore abolendo un reato allora troverà non un muro ma un argine”. Un muro che però, adesso, ha saltato senza pensarci due volte in odore di elezioni. 
“Nel tempo si cambia”, affermano esponenti vicini al leader, tentando di salvare almeno la faccia.

Per carità, il “nuovo” Di Maio ha ragione. E siamo contenti se ha capito che l’abuso d’ufficio è una “lungaggine burocratica” che trasforma l’esistenza di sindaci e amministratori in una “vita infernale”. Però si fa fatica a non notare l’ennesima giravolta del ministro che pare ormai rinnegare persone, colleghi e valori di cui si faceva portavoce. 
Verrebbe da chiedersi se per il Ministro degli Esteri la dignità ha un prezzo. Sembrerebbe di sì, il prezzo di restare seduto sulle poltrone dei potenti.

Bianca Leonardi, 11 agosto 2022