Esteri

Accordo Israele-Hamas, la prima vittoria di Donald Trump

Il tycoon deve ancora entrare in carica, ma può già festeggiare: l’asse con Biden e i rapporti con Israele

Trump Biden missili ucraina

Mancano quattro giorni all’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, ma il presidente eletto può già vantare la prima, fondamentale vittoria. Il riferimento è ovviamente all’accordo sulla liberazione degli ostaggi israeliani e sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Sin dalla vittoria elettorale contro Kamala Harris, il tycoon ha esercitato pressioni significative, tanto da minacciare di scatenare l’inferno, con messaggi neanche tanto velati agli altri attori in gioco come Qatar, Iran e Turchia. Vietato fallire, il mantra del leader a stelle e strisce, che ha sfruttato lo schema di intesa già esistente – tre fasi successive per aggirare gli ostacoli –  frutto della mediazione del presidente uscente Joe Biden.

Se non è tutto merito suo (di certo al presidente uscente vanno riconosciuti gli sforzi per arrivare sin qui), di certo sarà The Donald ad incassare il dividendo in termini elettorali e di visibilità. Anche se poi ci sarà da gestire tutta la fase dell’implementazione del patto. “Questo epico accordo di cessate il fuoco avrebbe potuto realizzarsi solo in seguito alla nostra storica vittoria di novembre”, l’esultanza di Trump su Truth: “Sono entusiasta che gli ostaggi americani e israeliani torneranno a casa per riunirsi alle loro famiglie e ai loro cari”. Il tycoon ha poi aggiunto che con questo accordo in atto, il team per la sicurezza nazionale, attraverso gli sforzi dell’inviato speciale in Medio Oriente, Steve Witkoff, continuerà a lavorare a stretto contatto con Israele e gli altri alleati per garantire che Gaza non diventi mai più un rifugio sicuro per i terroristi.

Ma non solo. Trump ha ribadito la volontà di continuare a promuovere la pace attraverso la forza in tutta la regione, sottolineando di voler sfruttare questa tregua per espandere ulteriormente gli storici accordi di Abramo: “Questo è solo l’inizio di grandi cose a venire per l’America e, in effetti, per il mondo! Abbiamo ottenuto così tanto senza nemmeno essere alla Casa Bianca. Immagina solo tutte le cose meravigliose che accadranno quando tornerò alla Casa Bianca e la mia amministrazione sarà pienamente confermata, in modo che possano garantire più vittorie agli Stati Uniti!”.

Trump gongola e ne ha tutti i motivi, soprattutto perché anche Biden ha ammesso l’importanza del suo lavoro. Nel suo consueto intervento alla Casa Bianca, il presidente uscente ha affermato di aver lavorato “in team” con il rivale pubblicano per l’intesa: “Abbiamo fatto un gioco di squadra. Sapevo che questo accordo avrebbe dovuto essere implementato dal team successivo, quindi ho detto al mio gabinetto di coordinarsi strettamente con il team entrante per assicurarmi che parlassimo tutti con la stessa voce”. Un gioco di squadra, necessario ma risolutivo. Chissà cosa avrà pensato la Harris ma soprattutto cosa avrebbe combinato lei, che nel corso della campagna elettorale in materia di Medio Oriente ha fatto parecchie giravolte.

Grande alleato e sostenitore di Trump, Benjamin Netanyahu ha speso parole importanti nei suoi confronti. Il primo ministro israeliano ha parlato sia con lui che con Biden per ringraziarli per il loro aiuto nel garantire un accordo di cessate il fuoco-liberazione degli ostaggi. Ma non solo. Netanyahu e il presidente eletto “hanno concordato di incontrarsi presto a Washington”. Sicuramente un rapporto molto diverso rispetto a quello instaurato con il presidente uscente, ricco di tensioni e di diversità di vedute, tanto da portare i due Paesi vicini a una crisi diplomatica in più di un’occasione.

Insomma, Trump ha centrato il primo obiettivo: giungere alla tregua in Medio Oriente ancor prima di entrare in carica. Il primo boccone amaro la sinistra lo ha già ingoiato. Ma siamo solo all’inizio. Il repubblicano ha intenzione di seguire la stessa scia sul conflitto in Ucraina, anche se la strada è sicuramente più tortuosa. Forse non basteranno le ventiquattro ore paventate più di una volta, ma un altro successo internazionale è un’ipotesi più che concreta, considerando che Trump può vantare rapporti più distesi con la Russia rispetto a Biden. Ne vedremo delle belle…

Franco Lodige, 16 gennaio 2025

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