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Achille Lauro, falso borgataro, falsa rivoluzione - Seconda parte

Al Festival dei palloncini sulle poltrone, del lockdown di ogni forma d’arte, uno così può recitare il ruolo del profeta una banalità innocua via l’altra, sfrutta l’armamentario da sacrestia, cosa che gli lasciano fare come ai mocciosi un po’ rompicoglioni che prima o dopo si calmano. Non c’è uno che si dica preoccupato, infastidito da questo asilo nido della trasgressione; De Marinis basta guardarlo per capire che tutto quello che cerca è garantirsi un futuro senza faticare davvero e possibilmente divertendosi, che è la vera religione del nostro tempo.

Quando avrà fatto abbastanza soldi si convertirà al cattolicesimo più bigotto, al rigido rispetto dei ruoli, anche sessuali, all’ortodossia del cilicio e maledirà quelli delle scorciatoie facili. Succede sempre così: si nasce pomp***ri e si muore pompieri.

Max Del Papa, 6 marzo 2021

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