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Ma che senso ha?

“Acqua del sindaco” in brick: l’ultima genialata di Sala

Il Comune decide di “imbottigliare” l’acqua del rubinetto. Ira dei verdi: “Sembra Scherzi a parte”

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Di cretinate se ne fanno nella vita. Tutti cascano nell’errore. Però l’ultima trovata del Comune di Beppe Sala supera forse ogni immaginazione. Avete presente chi cerca di svuotare l’Oceano con un bicchiere? Ecco: l’iniziativa dell’assessore all’Ambiente e al Verde, Elena Grandi, è più o meno a quel livello: Milano da oggi imbottiglia “l’acqua del sindaco”. Esatto: l’acqua che esce dai rubinetti di tutte le case, da 650 fontanelle e 53 cassette dell’acqua verrà chiusa in brick di cartone (eco-compatibili, ovviamente) e distribuita ai cittadini.

Direte voi: perché? In realtà non l’abbiamo capito neppure noi. “L’iniziativa – ha spiegato l’assessore – nasce dall’intento di sensibilizzare operatori, turisti e privati cittadini al consumo dell’acqua potabile del rubinetto”. Un modo per ridurre il consumo di bottiglie di plastica, le emissioni di C02 (“sarà a chilometro zero”) e quindi “la produzione di rifiuti plastici legati all’imballaggio”. Per carità, l’acqua di Milano sarà “buona, sana e controllata”. Sicuramente meno costosa e con pochi sprechi lungo le tubature. Ma che senso ha metterla nei brick se tutti possiamo comodamente farla sgorgare da un rubinetto?

In sostanza MM, l’azienda comunale, prenderà l’acqua dell’acquedotto e la inscatolerà nei contenitori solitamente usati per il latte. Ora, passi la scelta di destinarla alla Protezione Civile, che li utilizzerà per distribuirla alla popolazione in caso di guasto o interruzione localizzata del servizio. Passi anche l’idea di usarla in occasione degli eventi, dei concerti e delle varie manifestazioni, anche se questo riduce possibili finanziatori (Levissima, per dire, è sponsor della Milano Marathon: che fa, deve fornire “l’acqua del sindaco” invece delle sue bottigliette Levissima?). Ma che senso ha distribuirla negli uffici del Comune di Milano, a Milano Ristorazione, nelle scuole e delle sue controllate? Se sempre di acqua del rubinetto si parla, non sarebbe più logico – ed ecologico – dotarsi di un paio di brocche per ogni edificio pubblico?

La produzione dei brick, infatti, non sarà a impatto zero. Intanto perché non sono di semplice riciclo, come si vorrebbe far credere. E comunque per imbottigliarle si consuma energia (e l’energia inquina). E soprattutto per spostare i cartoni (l’impianto ne produce 2mila all’ora da 250ml o 500ml) serviranno camion, benzina eccetera eccetera.

Non è un caso se l’iniziativa ha scatenato la reazione dei verdi meneghini. “Un’idea senza né capo é coda, pensata male e comunicata peggio. Dai, torniamo seri e usciamo da Scherzi a parte”, dice Andrea Bonessa, portavoce meneghino dei Verdi. Il capogruppo Carlo Monguzzi è su tutte le furie: “Ho riletto tre volte, non ci credevo. Con 200 milioni di buco di bilancio spendiamo soldi per inscatolare l’acqua del rubinetto per cosa? Gli uffici comunali: ma il mio Comune non sa che ogni ufficio ha nelle vicinanze un bagno col rubinetto? Gli eventi : ma da tempo alle iniziative si utilizzano brocche di vetro con l’acqua del rubinetto vicino. Ora la svolta green è: si producono i brick, si riempiono, si trasportano fino al luogo dell’evento, poi i vuoti si raccolgono e si trasportano al riciclo. Non ho più parole”.

Non si capisce insomma come potrebbero dei brick sensibilizzare i privati cittadini “al consumo dell’acqua potabile del rubinetto”: non sarebbe stato meglio invitarli a comprarsi una borraccia?