Le cronache dei giorni scorsi ci hanno raccontato che migliaia di francesi, ma tifosi della nazionale algerina, felici della vittoria della loro squadra in Coppa d’Africa, hanno festeggiato mettendo Parigi a ferro e fuoco. A pagarne le conseguenze il ponte di Notre Dame sfregiato in omaggio alla vittoria calcistica, strade diventate impraticabili e, dulcis in fundo, il Pantheon di Parigi, uno dei luoghi più importanti della capitale francese, dove tra l’altro è sepolto anche Victor Hugo, occupato da oltre seicento tifosi- teppisti che lo hanno ridotto a una vera e propria discarica. Tutto questo senza che la polizia abbia fatto qualcosa per disperdere la folla e che è intervenuta solamente per contenere gli scalmanati aspettando con pazienza che la situazione si calmasse da sola.
Questa sera, 25 luglio alle 20:30, è prevista una partita tra il Racing Strasburgo e il Maccabi Haifa, squadra del campionato calcistico israeliano, valida per i playoff dell’Europa League. In previsione della partita il prefetto di Strasburgo aveva diffuso una nota che vietava, per ragione di ordine pubblico, le bevande alcoliche, i petardi e le bandiere israeliane. Nella nota si leggeva: “giovedì 25 luglio 2019 dalle dieci alla mezzanotte è vietato trasportare bandiere che non hanno un legame con la competizione sportiva e con le squadre che scendono in campo”.
Il Prefetto, di fatto, vedeva la bandiera dello Stato di Israele come provocazione e con la sua nota voleva impedire ai seicento tifosi israeliani giunti da Haifa, di girare per la città e andare allo stadio con la bandiera di Israele o con la bandiera della loro squadra, perché anche nella bandiera del Maccabi Haifa c’è lo scudo di David.
Soltanto dopo decise pressioni da parte dell’UEFA, dell’Ambasciata di Israele in Francia e del Gran Rabbinato di Francia che aveva pubblicato una nota dove si prendeva atto della decisione antisemita del Prefetto, quindi del Governo francese, la prefettura di Strasburgo è tornata sui suoi passi annullando la parte che riguardava le bandiere israeliane, ma ormai il danno era fatto.
La decisione di vietare i simboli israeliani è grave anche perché dopo l’impotenza dimostrata dalle autorità francesi nel contrastare i teppisti algerini che hanno sfregiato Parigi, loro sì liberi di girare per la Ville Lumière con le loro bandiere, vietare la bandiera di Israele, una nazione che fino a prova contraria la Francia riconosce e con la quale intrattiene relazioni diplomatiche, e vedere in lei una provocazione che può scatenare scontri con morti e feriti, la dice lunga sull’atmosfera che si respira sia in Francia che in Europa.
Aver paura, non saper contrastare le minacce e cedere al ricatto, significa che in Francia non esiste più la libertà di espressione, significa dare il via libera a ogni tipo di ricatto, significa tout court cedere al terrorismo vero e anche a quello psicologico dove coloro che una volta erano i padroni di casa sono ora relegati al ruolo di dhimmi dei nuovi proprietari. Se si pensa che la via più breve sia vietare ai tifosi di una squadra ospite di tifare liberamente esponendo le bandiere della squadra del cuore e, essendo in incontro internazionale, anche le bandiere della propria nazione, significa che ciò che volta non era pensabile è lentamente diventato realtà e che il confine dell’assurdo è stato superato.
Michael Sfaradi, 25 luglio 2019