Sui dazi, Pechino adesso sfida l’America: Xi Jinping risponde a Trump con la stessa moneta di The Donald. Va bene. Però oggi il punto politico nuovo è un altro: i cinesi vorrebbero fare un’asse con l’Europa contro il bullismo degli americani. E qui casca l’asino.
Perché quando vedo quel socialista woke fuori dal tempo, cioè Pedro Sanchez, andare in Cina e spiegare che l’alleanza ora si deve fare con i cinesi, mi viene da mettermi le mani sui capelli. Come dice Belpietro, sembriamo “Schizofrenici e suicidi”. Dove sono i valori occidentali in Cina, quei valori che tanto abbiamo difeso contro i russi in Ucraina?
Capisco che ci si possa arrabbiare con Trump e con gli americani, ma pensate sia meglio fare patti con un Paese in cui tutte le aziende sono controllate dal partito comunista imperante e in cui Xi Jinping governa con un piglio dittatoriale senza diritti civili? Vi segnalo, perché bisognerebbe un po’ rileggere anche le pagine interne ai giornali, che il portavoce del ministro degli Esteri cinese, per quello che conta, perché lì conta solo Xi Jinping, è uno dei pochi che in Cina che può usare “X, perché per tutti gli altri è vietato. Solo per darvi un’idea.
Il portavoce del ministro degli Esteri ha definito l’America una “tigre di carta”, vecchia citazione maoista. E lo ha fatto pubblicando un video di Mao Tse-Tung (avete presente il personaggio?), in cui il leader diceva: “Non importa quanto durerà questa guerra, non cederemo mai”, il tutto acclamato dai cinesi degli anni ’50 e ’60 che morivano di fame, ma facevano finta di essere un popolo liberato, anche grazie ai molti commentatori intellettuali italiani che erano così fissati con il comunismo cinese da vestirsi come Mao Tse-Tung.
Non vorrei ritornare in quell’epoca. Però vanno bene le cazzate di Trump, ma pensare che il portavoce del ministro degli Esteri cinese si rifaccia a Mao Tse-Tung forse dovrebbe farci orrore. Non a Giannini, che usa i termini apocalittici per quello che sta succedendo: Trump sta truffando l’America, l’Europa, il mondo, da affarista incallito e statista improvvisato, bugiardo seriale e capitalista amorale. E quando tu parti così con un pezzo dici “Vabbè, vuoi dirne qualcun’altra”.
dalla Zuppa di Porro