I geni che ci governano, come saprete, hanno deciso che chi affitta stanze o appartamenti per periodi brevi non potrà più usare le keybox e dovrà identificare individualmente le persone che ospitano. A diramare la circolare alle prefetture è stato il capo della polizia e ha giustificato il tutto con la necessità di garantire maggiore sicurezza, soprattutto in vista del Giubileo. Minchiate.
Vale per le keybox lo stesso discorso che abbiamo fatto per il casco e l’assicurazione obbligatoria per i monopattini. Se non volete una cosa, ditelo. Non volete gli affitti brevi? Vietateli. Ma non mettete a terra queste circolari ipocrite.
E pensare che l’affitto breve è uno dei modi che i cittadini hanno per mettere un loro immobile a reddito e anche per aumentare l’offerta di alloggi per il turismo, che resta una delle “industrie” più importanti della nostra economia.
Quando ho deciso di fare il giro del mondo quest’estate, sono andato in alcuni alberghi e in alcuni bed and breakfast. Oppure uno può prendersi un appartamento. Non è che le cose siano in alternativa, solo che qualcuno vuole farci credere che i centro città di Roma, di Firenze o di Milano siano morti per colpa degli affitti brevi. Non è vero. Il problema è che i sindaci hanno introdotto l’area C, impedendo di fatto agli artigiani e a chi vuole muoversi con un mezzo privato, inclusi i turisti, di entrare in centro.
Inoltre vorrei ricordarvi che affittarsi la propria casetta è legittimo, visto che vige ancora il principio della proprietà privata. Io con il mio immobile ci faccio quello che cavolo mi pare, o no? Se voglio farci entrare dentro Belzebu, posso farlo. E se Belzebu per entrare ha bisogno di una chiave che può avere con un codice, io lo faccio entrare da remoto e poi ve lo segnalo, peraltro versando – come previsto dalla normativa – anche la tassa di soggiorno.
Avete rotto i cogl***. Non potete regolamentare tutto. E lo dico a questo governo, non a quelli precedenti: se avete un pregiudizio nei confronti di quelli che hanno una casa in affitto, ditelo chiaramente, esplicitamente.
dalla Zuppa di Porro
