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Affitti brevi, storia di una fake news

Sui quotidiani sono rimbalzati titoli e articoli (come si può vedere nel breve video sopra) secondo cui la cedolare secca sarebbe un flop. Balle! Fake news, come spiega il Presidente di Confedilizia nel testo che segue. La sensazione è che la flat tax non piaccia proprio ai giornaloni…

Ieri un’agenzia di stampa, riferendo i dati sulle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche relativi al 2017, ha preso un abbaglio, ma di quelli forti. Ha scritto che nell’anno in questione la cedolare secca del 21% sulle locazioni brevi sarebbe stata un “flop” perché utilizzata solo da 7.200 contribuenti, per un gettito di 44 milioni.

Si tratta – come si dice – di una notizia priva di qualsiasi fondamento. Confediliziase ne è accorta immediatamente e ha prima contattato quell’agenzia di stampa, per spiegare l’equivoco e invitarla a correggersi (può capitare a tutti di sbagliare), e poi diramato una nota scritta, anche perché nel frattempo la (falsa) notizia aveva cominciato a diffondersi in modo esteso.

Ebbene, i quotidiani di oggi che cosa fanno? Alcuni riferiscono della nota di Confedilizia, ma come se si trattasse di un’opinione, e non di una vera e propria smentita, altri addirittura la ignorano. Quasi tutti, poi, riprendono la definizione (infondata) di flop, con tutte le conseguenze su chi legge i soli titoli (la maggioranza delle persone).

Il danno ormai è fatto, ma proviamo a spiegare di nuovo. I dati del Dipartimento delle finanze non mostrano alcun insuccesso della cedolare secca sugli affitti brevi. I 44 milioni di euro relativi al 2017, infatti, sono relativi all’imponibile (e non al gettito, tra l’altro, come ha scritto l’agenzia e come hanno ripetuto i giornali) dei soli contratti stipulati da comodatari e sublocatori, una nuova e residuale categoria di soggetti ammessa alla cedolare con il decreto-legge 50 del 2017 (peraltro, i numeri si riferiscono al 2017 e il decreto si applicava ai soli contratti stipulati dal primo giugno di quell’anno).

Con riferimento ai proprietari, e cioè la stragrande maggioranza di chi fa affitti brevi, il Dipartimento delle finanze riporta i dati della cedolare nel suo complesso (senza distinguere le locazioni brevi dalle altre) e conferma il grande successo di questo strumento, che registra nel 2017 un aumento dell’imponibile dell’8,1 per cento per l’aliquota ordinaria e del 21,4 per cento per l’aliquota ridotta.

Ma l’informazione va così. E, per tutti, la cedolare sugli affitti brevi sarà un “flop”.

Giorgio Spaziani Testa, Presidente Confedilizia