Afuera politicamente corretto. Javier Milei rispolvera la motosega e, dopo l’affondo contro la parola ‘gratis’, adesso vieta il ricorso al “linguaggio neutro” nelle comunicazione della pubblica amministrazione. Insomma: niente “schwa”, “asterisco” o “@”. E l’uso del femminile nei documenti argentini sarà riservato solo alle situazioni “necessarie”.
Ad annunciarlo è stato il portavoce del presidente che qualcuno si ostina ancora a chiamare “di estrema destra” nonostante abbia spiegato in tutte le salse, anche a Quarta Repubblica, di sentirsi più che altro anarco-capitalista e libertario. Manuel Adorni ha spiegato che il linguaggio “inclusivo”, come viene definito, “è stato usato come argomento politico” dalle precedenti amministrazioni e che all’attuale governo certe questioni non interessano. Dunque si torna alle origini: addio alle fantasie neutre per non specificare il sesso, o il genere, dei soggetti indicati dalla pubblica amministrazione. “Non sarà possibile utilizzare la lettera e , la @, la x e bisognerà evitare l’inclusione non necessaria del femminile in tutti i documenti “, ha spiegato il funzionario. “Il linguaggio che comprende tutti i settori è lo spagnolo”, ha aggiunto Adorni, e non c’è alcun bisogno di inventarsi chissà quali sovrastrutture in stile Michela Murgia per “includere” i soggetti che non si sentono “inclusi” nel maschile universale.
Ieri anche il ministro della Difesa, Luis Petri, aveva fatto sapere che presto ci sarebbe stato un giro di vite. In sostanza i militari argentini saranno banalmente costretti a utilizzare “il castigliano” secondo quanto prescritto dalla “Real Accademia Espanola”, senza inventarsi “forme incorrette del linguaggio” che potrebbero “generare una interpretazione erronea”. “Si impone l’uso corretto della lingua spagnola, che è quella che è stata utilizzata per l’inquadramento e la guida di tutti i regolamenti, manuali e documenti di scrittura e simbologia sia del settore militare che aeronautico e navale”, si legge nel dispositivo. Petri applicava il ragionamento alle operazioni militari, ovviamente. Ma il discorso varrà anche per gli altri dipartimenti dello Stato argentino. Lo stesso Milei, quando era ancora solo un deputato, si rifiutò di utilizzare la parola “presidentessa” o “presidenta” nei confronti dell’allora presidente della Camera dei Deputati, Cecilia Moreau, con cui ebbe luogo un duro contenzioso.
El Ministro @luispetri dispuso la obligatoriedad del idioma castellano, conforme a las normas de la Real Academia Española y los reglamentos y manuales vigentes en las Fuerzas. pic.twitter.com/7rcslcnvqo
— Ministerio Defensa (@MindefArg) February 26, 2024