Dura battaglia a colpi di post sui social tra il leader della Lega Matteo Salvini e lo scrittore Roberto Saviano.
Tutto inizia da una storia di spionaggio, nata da una lunga inchiesta condotta per dieci mesi da Repubblica con il sito investigativo Bellingcat, il settimanale Der Spiegel e The Insider che ha ricostruito la missione segreta svolta per quasi dieci anni da una donna misteriosa, con un’identità tanto complessa quanto falsa: Maria Adela Kuhfeldt Rivera, nata in Perù da padre tedesco. Una trentenne cosmopolita e spigliata che parla sei lingue e ha avviato un’azienda per produrre gioielli, poi si è inserita nei circoli mondani di Napoli e infine è riuscita a infiltrarsi tra il personale della base Nato e della VI Flotta statunitense: il vertice operativo del potere militare occidentale in Europa. Una moderna Mata Hari, che si è fatta notare per i modi seduttivi e ha lasciato una scia di cuori infranti prima di sparire nel nulla.
La traccia principale che la collega ai servizi segreti di Mosca è il passaporto russo usato per entrare in Italia: appartiene alla stessa serie speciale utilizzata dagli 007 del Gru, l’intelligence militare agli ordini del Cremlino, quelli che hanno tentato di avvelenare con il gas Novichok Sergey Skripal e il produttore di armi bulgaro Emilian Gebrev. Complessivamente, ha utilizzato tre passaporti russi – uno nazionale e due per espatrio – tutti con numeri simili a quelli usati per le coperture degli agenti di Mosca. Il 14 settembre 2018 Bellingcat e The Insider hanno smascherato la squadra di killer, pubblicando i loro documenti. E l’indomani Maria Adela è partita all’improvviso da Napoli con un volo per Mosca, senza più riapparire.
Il commento social di Saviano
La scoperta di questa spia russa alla base Nato di Napoli ha dato modo allo scrittore di attaccare anche Silvio Berlusconi. Saviano in un recente post sulla sua Pagina Facebook scrive: “La notizia di una spia russa alla base Nato di Napoli può davvero stupirci? I più fedeli sostenitori di Putin li abbiamo avuti, per anni, soprattutto in politica. Silvio Berlusconi è colui che ha aperto le porte al leader del Cremlino. La loro “bromance”, così l’hanno definita i media, è stato uno spettacolo indecoroso: l’apice si è raggiunto quando, alla domanda di una giornalista rivolta a Putin, ospite di Berlusconi in Sardegna, questi ha risposto mimando il gesto di un mitra… A due anni dalla morte di Anna Politkovskaja, uccisa nell’androne di casa nel giorno del compleanno del presidente russo. Sull’ambiguità dei rapporti di Salvini e Putin è davvero necessario aggiungere altro? In ogni caso, la comunicazione di Salvini sulla guerra in Ucraina, il suo non aver mai preso le distanze, se non con una conveniente (e finta) svolta pacifista, sono circostanze che parlano da sole…”
La replica di Salvini
Immediata la replica di Matteo Salvini che risponde così attraverso un post su Facebook: “Io ho sempre difeso l’interesse nazionale italiano, nel mio Paese e nel mondo, a testa alta. A prendere i soldi dei russi per anni sono stati i comunisti tanto cari a Saviano, non certo i leghisti. Da ministro ho combattuto le mafie coi fatti, con leggi e sequestri, abbattendone ville e confiscandone patrimoni. C’è chi chiacchiera e copia, c’è chi fa e ottiene risultati. P.S. Caro Roberto, hai vinto una querela che spero servirà a portare soldi a qualche associazione di volontariato che combatte la mafia coi fatti, non con le parole”.
La controreplica di Saviano
Immediata è arrivata la risposta dello stesso scrittore. “Salvini spera forse di potermi querelare di nuovo su carta intestata del Viminale con l’appoggio del governo… come ha fatto al tempo del Conte I. Ma pare ignorare che quella foto sulla piazza Rossa e tutta la sua sperticata difesa di Putin, da lui definito come leader democratico mentre ammazzava i suoi oppositori politici, renderà impossibile questa eventualità. Se poi mi vuole querelare, che lo faccia. Magari avrà voglia di venire a riferire sotto giuramento sui suoi rapporti con il regime russo”.
Carlo Toto, 28 agosto 2022