Agente in fin di vita, l’ira della polizia “disarmata”: “Ecco i vostri immigrati”

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polizia lambrate

L’ira della polizia non si è fatta attendere. Il ferimento di un agente di 35 anni che lotta tra la vita e la morte, raggiunto da tre coltellate inferte da un immigrato irregolare a Milano, non poteva lasciare indifferenti i colleghi che ogni giorno operano sul territorio. Il sentimento è di apprensione. Ma anche di rabbia. Parla di quel “bivio mortale” a cui sono sottoposti i poliziotti ogni giorno: ovvero scegliere se intervenire con forza durante un servizio, ma rischiare per questo un processo; oppure usare tutte le cautele del caso e finire in ospedale. Se non peggio.

“Viviamo con massima preoccupazione questi drammatici momenti in cui il nostro collega accoltellato a Lambrate lotta in ospedale dopo aver subito un delicato intervento. Preghiamo perché giungano al più presto migliori notizie e vogliamo manifestare tutta la nostra vicinanza ai suoi familiari. Sono quei momenti drammatici in cui si può cadere da un momento all’altro facendo questo difficilissimo lavoro che, purtroppo, non tutti conoscono e comprendono fino in fondo”, dice Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato”

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“È un drammatico esempio di quanto sia difficile operare con soggetti in stato di alterazione e invita a una profonda riflessione sull’uso della forza per salvaguardare l’incolumità dei cittadini e degli operatori – aggiunge il sindacalista – Spicca certamente l’alto livello di umanità e di cautela dei poliziotti italiani, specie a fronte di episodi come l’ultimo avvenuto in America che tanto fanno discutere sulle procedure adottate dagli agenti. Spicca però anche l’assoluta necessità di migliorare e rinforzare procedure e strumenti perché i nostri operatori non restino in fin di vita nello svolgimento del loro dovere, e non debbano temere di poter difendere gli altri e se stessi. Spicca, più di tutto, quanto sbagliate, ingenerose e ignoranti della realtà siano le critiche che troppo spesso vengono mosse all’operato dei nostri Poliziotti, altissimo esempio di professionalità, coraggio e umanità che normalmente, in Italia, mantengono il più basso profilo possibile nell’utilizzo della forza anche a costo di finire in un letto d’ospedale. Una politica alquanto schizofrenica si esibirà ora in messaggi di solidarietà senza produrre fatti”.

Gli fa eco Pasquale Griesi, anche lui dell’Fsp: “Abbiamo fatto entrare clandestini pericolosi che avete chiamato immigrati, tutto a nostro rischio e pericolo”. Vincenzo Chianese, Segretario generale di Es Polizia, punta il dito invece contro “il clima ostile verso gli agenti” che va avanti ormai da troppo tempo: “Non possiamo esimerci dal sottolineare che in ogni altra Nazione del mondo la persona che lo ha accoltellato sarebbe stata immediatamente atterrata e immobilizzata dai tutori dell’ordine che in Italia sono invece costretti ad operare in un clima di paura sentendosi sempre sotto attacco di chi vorrebbe marchiarli con numeri identificativi. È molto grave il clima di intimidazione in cui dobbiamo lavorare; ciò che è accaduto stanotte potrebbe ripetersi e noi non possiamo permetterlo”. Il riferimento è anche alle accuse alla polizia dopo gli scontri di Pisa e nelle altre città, con le forze dell’ordine additate per aver utilizzato i manganelli.

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