Dopo 16 mesi, la guerra è arrivata in Russia. I vertici di Mosca, nella serata di ieri, hanno reso noto di aver respinto un tentativo di invasione ucraina della regione russa di Belgorod, in prossimità del confine con il Paese governato da Zelensky. Negli ultimi mesi, il nome di Belgorod è diventato ormai una costante nel racconto quotidiano del conflitto, prima coi sabotaggi e poi con le incursioni con droni di Kiev, sulla falsa riga di quanto successo con gli attacchi alla capitale della Federazione di pochi giorni fa.
L’Ucraina invade la Russia
Questa volta, però, lo scenario è diverso. Nelle ultime ore, la situazione nella città a 80 chilometri da Kharkiv è precipitata. Causa principale è proprio l’attività dei sabotatori, ucraini o russi filo-ucraini, presenti in quell’area e che, dopo aver catturato dei prigionieri, hanno chiesto al governatore locale, Vyacheslav Gladkov, un incontro per contrattare la liberazione dei due soldati russi.
Per approfondire:
- Controffensiva ucraina, ecco dove può portare. Per la Nato l’ora delle scelte
- Ucraina, così cambia la guerra: Putin costruisce un bunker a Mosca
- L’Ucraina attacca Mosca. Qual è la nuova strategia di Zelensky
Nel frattempo, il ministero della Difesa russo ha reso noto che le forze armate ed i servizi segreti del Cremlino hanno sventato un tentativo di invasione dei sabotatori (tra i gruppi principali ricordiamo Legione Libertà della Russia) anche nell’area di Novaya Tavolzhanka, situata proprio nella regione di Belgorod. Lo ha riportato la Tass, riprendendo le dichiarazioni dei vertici di Mosca: “Il nemico è stato colpito dall’artiglieria e si è ritirato”. Nella zona, i residenti sono stati invitati a lasciare le proprie residenze, accanto a 4mila cittadini già all’interno dei rifugi appositamente costruiti.
Le rivelazioni di Cnn e Washington Post
Le attività, quindi, sarebbero riconducibili a gruppi che non rispondono direttamente a Zelensky, bensì ad una fitta rete di agenti che agisce all’interno della Russia, con l’obiettivo di esercitare mirate azioni di sabotaggio contro obiettivi di Mosca. Difficile, però, non dire che ci sia dietro la mano del governo ucraino.
Nelle ultime ore, infatti, la Cnn – riprendendo fonti americane – ha pubblicato un report in cui si ammette che l’addestramento di questi soldati “mascherati” sia compiuto direttamente dalle forze militari dell’Ucraina. Sarebbero questi gli agenti che, dall’inizio di maggio, stanno conducendo offensive sistematiche nel territorio di Putin, nonché l’attacco al Cremlino con droni.
Allo stesso tempo, però, come riportano dalle agenzie di stampa, non è chiaro a queste fonti “se gli altri attacchi con droni degli ultimi giorni siano stati sempre lanciati dall’interno dei territori”, e non è neanche chiaro come Kiev sia riuscita a portare questi droni oltre le linee nemiche. Per la Cnn, l’opzione più quotata sarebbe quella del contrabbando per far entrate i velivoli, molto probabilmente smontati nei loro componenti e poi assemblati quando arrivati a destinazione.
Le tensioni poi sono aumentate stamattina, quando il Cremlino ha annunciato che l’Ucraina avrebbe messo in atto una grande controffensiva nella regione di Donetsk, poi prontamente respinta dall’esercito russo. Il tutto ha fatto pensare all’inizio degli attacchi da mesi annunciati da Zelensky e previsti anche dalla Casa Bianca per questa primavera, fino al momento della risposta del governo ucraino, il quale ha parlato letteralmente di “annuncio delirante”.
Rischio escalation?
Rimane poi il dilemma dell’escalation. Secondo il Washington Post, riprendendo ancora una volta fonti statunitensi, gli attacchi dell’Ucraina sarebbero stati compiuti con droni occidentali, forniti in queste ultime settimane a Zelensky. Una delle linee rosse di Putin è sempre stata quella dell’offensiva ucraina in territorio russo attraverso l’utilizzo di mezzi dell’alleanza atlantica. In questo caso, il limite sarebbe stato superato, in considerazione anche dell’utilizzo da parte della resistenza ucraina di fucili provenienti dal Belgio.
L’Unione Europea ha già dichiarato di voler chiedere ferme spiegazioni ai vertici di Kiev, ma possiamo dire – in modo definitivo – che la “guerra di frontiera” di queste ultime settimane (fatta di attacchi e sistematici sabotaggi nella Federazione) è diventato un conflitto su larga scala. Ora, anche Belgorod è parte degli scontri tra le due fazioni.
Matteo Milanesi, 5 giugno 2023