Giustizia

“Agirono per l’ambiente”. Così i giudici continuano a graziare gli eco-vandali

L’ultima incredibile sentenza a Bologna: la toga concede le attenuanti ai gretini che bloccarono la tangenziale, mandando il traffico in tilt

Una pioggia di attenuanti, come sempre. Perché alla fine tutto o quasi ti è concesso se lo fai in nome della religione green. Ieri a Bologna abbiamo assistito all’ennesimo trattamento con i guanti riservato agli eco-vandali di Ultima Generazione: i tre attivisti che il 2 novembre bloccarono la tangenziale sono stati condannati a sei mesi per violenza privata e interruzione di pubblico servizio, con l’ormai immancabile attenuante dei motivi di particolare valore sociale. Sono gli stessi giudici a motivare la natura di certe decisioni: nell’occasione la toga Simona Siena ha evidenziato che i tre gretini hanno “agito non certo per soddisfare un interesse personale ed egoistico, ma per uno scopo superiore, nobile e altruistico, ovvero la tutela dell’ambiente“. Nessuna boutade, è tutto vero.

Sentenze che potrebbero portare a scenari incredibili, impensabili, pericolosi. Perché se fai un crimine basta accampare un “motivo sociale” ed ecco l’attenuante. E allora via ad assoluzioni, condanne patetiche. In altri termini, all’impunità. Perché anche i terroristi hanno agito (e continuano ad agire, a quanto pare) per motivi sociali, per cambiare la società. Riconosciamo le attenuanti anche a loro? Certo, non sono ragazzetti (quasi tutti, perché non mancano i super fuori-corso) in campo con la figurina di Greta Thunberg sparando delle cifre a casaccio sui morti per l’emergenza climatica. Ma i ragionamenti non sono così svalvolati.

Tra pronunce costituzionali e pronunce della Cedu, i giudici di Bologna hanno posto l’accento sull’intento della protesta dei tre eco-vandali, ossia sensibilizzare l’opinione pubblica e i soggetti istituzionali sulle conseguenze dell’inerzia di fronte al cambiamento climatico e sull’ingiusta minaccia alle libertà future che pesa sulle prossime generazioni. L’ambiente è motivo di elevatissimo valore sociale, ha aggiunto, prima di evidenziare che le condotte dei tre graziati “non hanno assunto connotati di gravità o di violenza eccessivi rispetto al fine dichiaratamente perseguito”. Quindi bloccare un’ambulanza o impedire a un onesto cittadino di andare a lavorare va bene, ma solo se lo fai per l’ambiente.

Quella di ieri non è l’unica sentenza che sorride agli attivisti per l’ambiente. Anche in caso di condanne, le attenuanti sono state sfoderate con una precisione chirurgica. A novembre un giudice di Firenze ha emesso una sentenza di non luogo a procedere nei confronti di tre membri di Ultima Generazione che nel luglio del 2022 avevano fatto un blitz agli Uffizi incollandosi al vetro di protezione della “Primavera” di Botticelli. “Il fatto non sussiste”, la decisione della toga. Sentenza molto clemente anche per i tre attivisti che il 2 gennaio del 2023 imbrattarono la facciata di Palazzo Madama, sede del Senato, condannati a 8 mesi. 40 mila euro di danni, per capirsi.

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Il problema non è tanto l’attenuante, quanto le possibili conseguenze. Già coccolati dalla sinistra, gli eco-vandali potrebbero sfruttare queste sentenze soft per continuare o anzi rilanciare con più determinazione le azioni di sensibilizzazione. Anche se delinqui, te la cavi. La promessa è stata ribadita ieri: “Oggi hanno condannato noi tre, ma domani saremo in cento o in mille a rifare la stessa azione”. Insomma, il peggio deve ancora venire.

Franco Lodige, 1 maggio 2024

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