Agli scienziati l’allarmismo non basta: “Parlate di più del clima”

Una lettera sottoscritta da 100 scienziati chiede di parlare ancora di più di clima (come se non se ne parlasse già a sufficienza)

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scienziati cambiamenti climatici

Nonostante sia diventata la nuova religione, il nuovo dogma, l’ideologia che non può essere né messa in dubbio né contraddetta, alcuni scienziati ne vogliono ancora di più. Un po’ come il virus italiano più pericoloso di tutti: quello dello statalismo. Lo Stato ha fallito? E allora dateci più Stato, più sussidi, più reddito di cittadinanza. E via andare, il processo si ripete ogni qual volta si parli dei soldi della collettività.

Ebbene, lo stesso ragionamento si sta applicando con l’eco-fondamentalismo degli ultimi anni. Gli obiettivi green posti dall’Ue non sono raggiungibili e andrebbero a danneggiare interi settori produttivi del Continente? Non è un problema: ci vuole ancora più green e più politica sul clima. Anzi, in una lettera aperta, 100 scienziati hanno avuto il coraggio di affermare che di cambiamento climatico se ne parli ancora poco. 

“Giornalisti, parlate delle cause del cambiamento climatico e delle sue soluzioni. Omettere queste informazioni condanna le persone al senso di impotenza, proprio nel momento storico in cui è ancora possibile costruire un futuro migliore”, si legge nella missiva. E ancora: “I media italiani parlano ancora troppo spesso di maltempo, invece che di cambiamento climatico. Quando ne parlano, spesso omettono le cause e le relative soluzioni”.

Per approfondire:

Insomma, non bastano gli scenari apocalittici che si stanno distribuendo sui quotidiani, sulle televisioni, sulle radio e sui social. Ora, l’allarmismo sul clima non basta più ed è ancora necessario “spiegare chiaramente quali sono le cause della crisi climatica e le sue soluzioni, per dare a tutti e a tutte gli strumenti per comprendere profondamente i fenomeni in corso, sentirsi parte della soluzione e costruire una maggiore fiducia nel futuro”. In realtà, non si capisce bene come, visto che nelle ultime settimane (se non mesi, a partire da maggio, dall’inizio delle tragiche alluvioni in Emilia-Romagna) il cambiamento climatico ha letteralmente monopolizzato il mondo dell’informazione italiana.

Ma il problema è un altro, ovvero quello di imputare a priori all’uomo la responsabilità degli ultimi avvenimenti. Prima perché piove troppo e poi perché fa troppo caldo, e via scaricando i pericoli incendi all’attività capitalistica dell’essere umano. Ebbene sì, dietro la generica formula “cambiamento climatico” è insita, in realtà, un’automatica colpevolizzazione dell’uomo, considerato il vero assassino di questo pianeta (sempre se veramente stia morendo). La risposta per gli eco-talebani è affermativa: la Terra è in fin di vita. Dalla nostra umiltà, invece, ci riserviamo più che qualche dubbio, ma pare ormai evidente che anche il minimo dissentimento viene relegato alla categoria del “negazionismo”.

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