Dopo l’alluvione in Emilia-Romagna, tutti sono d’accordo che lo Stato debba intervenire per aiutare una popolazione danneggiata da simili eventi. In primo luogo, perché è eticamente giusto e doveroso aiutare chi ha subito perdite e danni da questo evento. In secondo luogo, perché le famiglie e le attività imprenditoriali non saranno più in grado di produrre gettito fiscale nei prossimi anni, quindi conviene allo Stato intervenire subito per ripristinare la consueta operosità di questi territori.
Il problema è come e quando, perché le risorse necessarie e soprattutto i tempi di intervento sono fondamentali in questi casi; quindi, avanziamo qui una proposta concreta e realizzabile per reperire le risorse necessarie per affrontare questa situazione, con l’obiettivo di far tornare alla vita normale gli abitanti di quel territorio e in condizioni di maggiore sicurezza rispetto ad oggi.
Le risorse servono per:
1. risarcire le famiglie e le aziende, per i costi di ripristino di ciò che è stato danneggiato o distrutto;
2. fare manutenzione ordinaria a canali e fiumi, per aumentarne efficienza e sicurezza;
3. individuare le opere straordinarie per migliorare la portata dei fiumi, la tenuta di argini e ponti, oltre alle eventuali opere per aumentare la sicurezza.
Ovviamente non possiamo togliere risorse da altri settori, ma neanche farci prestare i soldi dai mercati finanziari o dall’Unione Europea che dovranno comunque essere restituiti con gli interessi.
La soluzione già attuata in casi simili
Il governo, nella conversione del Decreto-legge n.11 del 2023, che cancella la cedibilità dei crediti d’imposta per i futuri interventi, ha approvato il comma 3-quater dell’articolo 2 che introduce una deroga per gli immobili “danneggiati dagli eventi sismici” e “danneggiati dagli eventi meteorologici verificatisi a partire dal 15 settembre 2022… situati nei territori della regione Marche”.
Visto che i residenti in Emilia-Romagna non sono “figli di un Dio minore”, si può allargare anche a loro l’utilizzo di questo strumento, che permette di finanziare velocemente le opere necessarie per famiglie, imprese e comuni interessati dall’alluvione.
Quali sono i vantaggi di questa proposta?
- Non aumenta il debito pubblico, perché i crediti d’imposta generano solo una riduzione del gettito fiscale futuro, che comunque ci sarebbe e per diversi anni, se non si interviene subito.
- Non c’è alcun esborso oggi da parte dello Stato, perché l’aumento di deficit imposto dalle nuove norme Eurostat, non incide sul fabbisogno finanziario.
- Non c’è burocrazia e i tempi sono veloci, perché gli interessati possono subito redigere i progetti e la stima dei costi, iniziare i lavori ed essere subito “pagati con i crediti” dallo Stato.
- Si evitano ulteriori danni generati dalle eventuali prossime piogge, con la messa in sicurezza subito dei territori da parte dei comuni e della regione.
- Ulteriore aumento di Pil del 2-3%, perché i lavori necessari sono circa 20 miliardi ma secondo i dati Nomisma sul Superbonus 110%, producono una economia diretta, indiretta ed indotta superiore di 2-3 volte.
- Riduzione del rapporto Debito/Pil, perché il debito rimane invariato mentre il PIL cresce.
Conclusione
Allargare anche agli alluvionati dell’Emilia-Romagna ciò che è previsto per gli alluvionati delle Marche, per i terremotati e per gli IACP è cosa buona e giusta, permette al governo di intervenire subito e in modo risolutivo, senza sperimentare le lungaggini ed i disservizi già sperimentati con i terremoti in tutta Italia.
La proposta, che qui abbiamo riassunto, è stata inviata al presidente della Regione Emilia-Romagna, a tutti i sindaci dei comuni interessati, ai Presidenti della Repubblica, del Consiglio, di Camera e Senato, al ministro dell’Economia e a tutti i Parlamentari.
Una descrizione più estesa della proposta, si trova in questo documento scaricabile. Chi la condivide, può scaricare il documento ed inviarlo a politici e giornalisti.
Paolo Becchi e Fabio Conditi, 11 giugno 2023