Giustizia

Aiuti illegali e abuso: maxi-multa Ue a Apple e Google

La rabbia dei due colossi: “Siamo delusi. Non si cambiano le regole in corsa”

© Yaroslav Danylchenko e Likanaris tramite Canva.com

Due sentenze storiche, due maxi-multe che tracciano un solco nei rapporti tra istituzioni e colossi del mondo tech. La Corte di Giustizia dell’Unione europea ha infatti confermato la decisione della Commissione europea del 2016, ribadendo che l’Irlanda ha concesso alla Apple un aiuto illegale che tale Stato è tenuto a recuperare. Ma non solo. E’ stato infatti respinto il ricorso di Google e Alphabet contro la sanzione di 2,4 miliardi di euro inflitta dal governo europeo al gruppo di Mountain View per aver abusato della sua posizione dominante nello Spazio economico europeo nel comparto delle ricerche generiche su Internet, favorendo il proprio comparatore di prodotti, rispetto a quelli dei comparatori di prodotti concorrenti.

Per quanto concerne il caso di Apple, la Corte europea ha annullato una sentenza del tribunale Ue, che a sua volta aveva annullato una decisione dell’Antitrust sulle agevolazioni fiscali ottenute da Apple tra l’inizio degli anni Novanta e la metà del decennio passato. In soldoni, l’Irlanda dovrà recuperare aiuti stimati in 13 miliardi di euro. I giudici hanno evidenziato che n el 2016 la Commissione europea aveva deciso che alcune società appartenenti al gruppo Apple avevano beneficiato, dal 1991 al 2014, di vantaggi fiscali costitutivi di un aiuto di Stato concesso dall’Irlanda. Un sostegno che  riguardava il trattamento fiscale degli utili generati da attività della Apple al di fuori degli Usa. Poi, nel 2020, il Tribunale ha annullato la decisione adottata dalla Commissione.

“Questo caso non ha mai riguardato la quantità di tasse che paghiamo, ma il governo a cui siamo tenuti a pagarle. Paghiamo sempre tutte le tasse che dobbiamo ovunque operiamo e non c’è mai stato un accordo speciale. Apple è orgogliosa di essere un motore di crescita e innovazione in Europa e nel mondo e di essere sempre uno dei maggiori contribuenti al mondo”, la presa di posizione di Apple: “La Commissione europea sta cercando di cambiare retroattivamente le regole, ignorando che, come previsto dal diritto tributario internazionale, il nostro reddito era già soggetto a imposte negli Stati Uniti”.

Per quanto riguarda Google, il Tribunale aveva già respinto il ricorso della società nel novembre del 2021. Oggi una nuova sconfitta, con conferma della maxi-sanzione. “Siamo delusi dalla decisione della Corte. Questa sentenza si riferisce a un insieme di fatti molto specifico. Abbiamo apportato modifiche nel 2017 per conformarci alla decisione della Commissione Europea e il nostro approccio ha funzionato con successo per oltre sette anni, generando miliardi di clic per oltre 800 servizi di comparazione prezzi”, il commento del portavoce di Google. Sul caso è intervenuta anche la vicepresidente della Commissione europea Margrethe Vestager, parlando di sentenza “epocale”: “Dimostra che anche le più potenti società tecnologiche possono essere ritenute responsabili, nessuno è al di sopra della legge”.

Franco Lodige, 10 settembre 2024

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