iFood (Pietro Paganini)

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Adesso ci tocca anche la dieta universale. Ce lo spiega bene Pietro Paganini nel suo libro iFood. Come sottrarsi all’ideologia alimentare? (Guerini e Associati). «In un contesto più ideologico e utopico che razionale è stata concepita la dieta universale meglio nota come dieta salutare della Terra. Non si tratta di un semplice regime alimentare, ma di un vero progetto politico e ideologico che ha il fine di determinare i comportamenti alimentari degli abitanti della Terra al fine di ridurre la malnutrizione e l’incalzare dei cambiamenti climatici. In quanto progetto non si concentra solo su cosa mangiare di salutare e sostenibile, ma presenta un piano di lavoro relativo al come cambiare le abitudini e la cultura alimentare e gastronomica delle persone (la domanda), indirizzare i modelli di business e la produzione agroalimentare (l’offerta) e influenzare le decisioni politiche».

Si parte così e poi ci si trova ingabbiati. Come noi europei ben sappiamo dalla follia del green deal (dalle auto alle case). Così, è il rischio, ci avviamo a subire scelte centralistiche, pensate per il nostro bene, che guarda caso, è sempre qualcun altro a stabilire. Avete presente il semaforo che alcuni Stati europei hanno introdotto, e che si chiama tecnicamente «Nutriscore», il quale mette sullo stesso piano una bevanda gasata e l’olio extravergine di oliva? Ebbene «condivide la stessa impostazione ideologica della dieta universale e trae ispirazione dalle medesime convinzioni di coloro che mirano a modellare l’uomo secondo un proprio ideale; promuovono una concezione specifica e immutabile (deterministica) della salute, e intendono applicarla a tutti».

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Sul «Nutriscore» Paganini scrive numerose pagine e svela gli intenti che hanno portato alla sua costruzione e i limiti tecnici: «Alimenti come le carni rosse e i grassi saturi ricevono punteggi che non trovano giustificazione nelle recenti scoperte scientifiche, bensì sono il frutto di decisioni discrezionali prese dal comitato dei promotori del Nutriscore. In aggiunta, il Nutriscore 2.0 persiste nel valutare la salubrità dei cibi senza prendere in considerazione né le porzioni consumate, né la frequenza, né il loro ruolo all’interno della dieta totale, dando luogo a valutazioni paradossali e fuorvianti. Per riassumere, il Nutriscore per le multinazionali rappresenta l’opportunità di offrire al mercato globale prodotti universali. Universali come la dieta universale di cui il Nutriscore può essere il miglior strumento e alleato. Siamo all’alba della Iphonizzazione della nutrizione o nell’era dell’iFood».

Nicola Porro, Il Giornale 3 dicembre 2023

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