L’Italia è il Paese delle raccolte firme. Spopolano sui social. Vengono portate avanti dai partiti. I giornali amano rilanciarle. Sono una sorta di anti-stress italico, popolo sempre alla ricerca di un modo per “partecipare” alla cosa pubblica salvo poi dimenticarsi di andare a votare. Se ne contano di tutti i tipi: contro le politiche dei governi, contro le privatizzazioni, per i referendum abrogativi, per la cannabis libera, l’eutanasia, l’autonomia differenziata, l’acqua pubblica. Un’orgia. Bene. Dovete sapere che l’Anpi, non avendo nulla di meglio da fare, s’è lanciata in questa lodevole (ironico) petizione per sciogliere Casa Pound. Nei giorni scorsi il presidente nazionale aveva addirittura inviato un appello al ministro Matteo Piantedosi invitandolo dapprima a sgomberare la sede occupata abusivamente (sacrosanto); e poi a sciogliere “con urgenza” il movimento politico”.
Inutile ricordare che l’intento di far chiudere i battenti a CasaPound o Forza Nuova è vecchio come l’impegno politico di Laura Boldrini e che, al momento, non ha portato da nessuna parte. Neanche quando al governo c’era Mario Draghi (feroce il dibattito su FN dopo l’assalto alla Cgil) e neppure quando, per lungo tempo, Palazzo Chigi ha ospitato un esponente del Pd. Tradotto: quella odierna dell’Anpi si tratta di una battaglia di retroguardia, inutile, avviata tanto per alzare un polverone e accusare il governo di non voler sciogliere i movimenti “neofascisti” per contiguità politica. Dimenticando che Gianluca Iannone e Roberto Fiore agiscono più o meno indisturbati da circa un ventennio.
La raccolta firme dell’Anpi e della Grande Alleanza Democratica e Antifascista è arrivata sì e no a 6mila firme. Pochine, visto e considerato che la ribellione nasce dall’opposizione alla festa nazionale di CasaPound a Grosseto prevista per settembre e che ha mobilitato associazioni, sindacati, partiti e movimenti. Forse il fallimento riflette l’interesse generato dai nipotini dei partigiani presso il grande pubblico: quasi nullo. Ecco perché ha un sapore decisamente più gustoso e succulento l’idea di CasaPound di rispondere a petizione con petizione. Specchio-riflesso. Da settembre i “fascisti del terzo millennio” avvieranno una campagna per “chiedere che vengano bloccati i finanziamenti pubblici all’Anpi, un’associazione che basa la sua esistenza soltanto sull’odio politico”. In fondo, se risulta fuori tempo massimo ispirarsi ancora ad Ezra Pound lo stesso deve valere per chi si professa erede dei partigiani che furono. Se va chiuso uno, perché tenere in piedi anche l’altro: dove si firma?
Giuseppe De Lorenzo, 19 agosto 2024
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