Giustizia

Albania, sentenza ridicola: e allora nemmeno l’Italia è un “Paese sicuro”

Lo stop dei giudici di Roma al piano Albania è legato a una sentenza della Corte di giustizia europea: ecco cosa non torna

Nave libra albania migranti Giorgia Meloni

La vicenda è ormai nota a tutti. Ieri la sezione immigrazione del tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento dei migranti all’interno del centro italiano di permanenza per il rimpatrio di Gjader, in Albania. Il destino dei 12 richiedenti asilo è ora quello di essere riportati in Italia. L’opposizione anche delle istituzioni ha scatenato la rabbia del governo ed entrando nel dettaglio della sentenza emerge con chiarezza un dato: si tratta dell’ennesima decisione presa per rendere impossibile la gestione dei migranti. Con buona pace di un progetto vincente che mezza Europa invidia ed è pronta a copiare.

“I due Paesi da cui provengono i migranti, Bangladesh ed Egitto, non sono sicuri anche alla luce della sentenza della Corte di Giustizia europea”, la motivazione dei giudici per il provvedimento destinato a creare un’ulteriore spaccatura tra governo e magistratura. Il riferimento è alla sentenza del 4 ottobre che precisa le condizioni per la designazione, da parte di uno Stato membro, di paesi terzi come paesi di origine sicuri ai sensi della direttiva recante procedure comuni in materia di protezione internazionale.

Entriamo nel dettaglio della sentenza. La Corte di Giustizia Ue è intervenuta su richiesta di un tribunale della Repubblica Ceca, dove un cittadino moldavo (identificato come CV) aveva presentato domanda di protezione. Richiesta rifiutata a ricorso presentato, con le toghe chiamate a rispondere a diverse questioni “concernenti l’interpretazione della direttiva recante le procedure comuni sulla materia”. La Corte del Lussemburgo ha stabilito alcuni principi: in primis il diritto europeo non consente attualmente agli Stati membri di designare come Paese sicuro “solo una parte del territorio del Paese terzo interessato”. Nella fattispecie, le autorità ceche avevano ritenuto la Moldavia “sicura” ad eccezione della Transnistria: “I criteri che consentono di designare un Paese terzo come di origine sicura devono, infatti, essere rispettati in tutto il suo territorio”.

Non è tutto. La Corte europea ha evidenziato che che il fatto che un Paese terzo “deroghi agli obblighi derivanti dalla Corte dei Diritti Umani (Cedu)” non esclude che questo possa essere designato come sicuro ma, allo stesso tempo, riporta l’Ansa, le autorità degli Stati membri “devono valutare se le condizioni di attuazione del diritto di deroga siano atte a mettere in discussione tale designazione”. Nel dettaglio, il giudice nazionale deve rilevare d’ufficio “una violazione delle norme del diritto dell’Unione relative alla designazione di Paesi di origine sicuri”.

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Il passaggio più interessante riguarda il capitolo del “Paese sicuro”. Un Paese per essere considerato sicuro lo deve essere in ogni sua parte e per ogni persona. Niente persecuzioni, niente discriminazioni e ovviamente niente torture. Questo deve essere valido per ogni centimetro del territorio. Una soluzione perentoria. Insomma, il Paese dei sogni. A voler essere rigorosi, nessuno Stato può essere considerato sicuro. Come si può fare sbarcare un gruppo di migranti in Italia dove c’è la mafia, lo sfruttamento degli stranieri, il razzismo? Se vogliamo prendere per buone le castronerie della sinistra, in Italia c’è anche il fascismo, il ritorno dei seguaci di Benito Mussolini.

Si tratta di una provocazione, ovviamente. Ma tecnicamente la sentenza della Corte di Giustizia europea dice questo. E la presenza della criminalità organizzata al Sud – anche se non è attiva solo nel Meridione – basterebbe a rendere insicura l’Italia. E addio porti alle navi delle ong. Insomma, la decisione dei giudici appare piuttosto pretestuosa ed è destinata a porre nuovi ostacoli nella gestione dell’immigrazione, dossier su cui il governo ha speso tanta fatica ottenendo degli ottimi risultati. Il futuro è tutto da scrivere ma appare nebuloso, soprattutto se consideriamo che le sentenze vengono di fatto anticipate dal Pd…

Franco Lodige, 19 ottobre 2024

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