Cronaca

Alitalia, i 3 segreti di Ita Airways (che vola coi soldi nostri)

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Venerdì è stata presentata la nuova Alitalia, ma guai a chiamarla così. Amministratore delegato, uno che di aerei se ne intende, Fabio Lazzerini e presidente, Alfredo Altavilla, uno che di aziende da risanare se ne intende, l’hanno detto chiaro e tondo. La nuova compagnia di bandiera italiana si chiamerà Ita Airways ed è una start up. I quattrini pari a 700 milioni, come ha detto molto esplicitamente Altavilla, sono quelli degli italiani: non devono essere sprecati e l’obiettivo è chiudere con il passato. Vediamo i punti chiave e critici di questa operazione.

1. Una start up nei cieli, non si è mai vista. E per di più quella italiana è nata con 90 milioni forniti alla gestione commissariale, per comprarsi un marchio che non verrà dipinto sulle nuove, azzurre, e bellissime livree. È facile capire che Ita non volesse che il marchio cadesse in mani, per così dire, nemiche. Come è chiaro il ragionamento del presidente: abbiamo aiutato finanziariamente la vecchia gestione: «Se non lo avessimo fatto, ci sarebbero stati dei problemi sistemici». Ma il consumatore capirà la gradualità? Comprenderà che ci vorrà tempo per avere i nuovi aerei, più comodi e più belli? I viaggiatori italiani si sono abituati a morte e rinascita dell’Alitalia, come se nulla fosse (se non per le casse dello Stato): in questo caso dovranno avere la pazienza e capire che si tratta di una compagnia del tutto nuova. Basti pensare al programma fedeltà: quello di Alitalia, che aveva cinque milioni di soci, ucciso con un tratto di penna della Commissione europea.

2. La dimensione conta, eccome. Eppure Il presidente ha detto che partire oggi con poco più di cinquanta apparecchi (finalmente tutti Airbus per non disperdere forza) può essere un’opportunità. Il traffico non è ancora arrivato ai livelli pre-Covid e quello di affari rischia di metterci anni per tornare a quei volumi. Non essere pieni di apparecchi che non si riesce a riempire può dunque essere un punto di forza. Ma quando il mercato dovesse riprendere occorre essere pronti. Basteranno i 27 nuovi velivoli aggiuntivi previsti per l’anno prossimo? Lazzerini ha parlato di flessibilità: rotte aperte in funzione della domanda. Anche in questo caso vedremo come le buone intenzioni dei manager di resistere alle sirene della politica sarà confermata.

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