Enrico Letta in un’intervista televisiva non si è accontentato di dire che per il Quirinale bisogna individuare “un candidato con le caratteristiche di Mattarella”. Ha aggiunto che “il massimo” sarebbe se fosse proprio l’attuale presidente della Repubblica a succedere a se stesso. Non sono parole dal sen fuggite: Letta non parla quasi mai a caso su questi argomenti, che sente vitali per il sistema di potere che gira attorno al su partito. In un colpo solo, il segretario democratico ha messo da parte ogni galateo istituzionale, compresa la regola (a cui pure si era richiamato altre volte) di non tirare per la giacchetta il Capo dello Stato, e in poche parole ha esplicitato la sua strategia.
L’ultima ancora di salvezza del Pd
Conoscendo la fame di potere della sinistra non lo ha fatto certo per “salvare il soldato Draghi”, come qualche giornale si è affrettato a titolare; né per questioni di opportunità emergenziale (quieta non movere dicevano i latini) e senso delle istituzioni e dello Stato. Lo ha fatto perché per il suo partito, che vuole essere sempre al centro dei giochi, sperare in un bis del Presidente, fare pressioni in tal senso, è l’ultima ancora di salvezza: ogni altra soluzione è precluso, o almeno sarebbe un tentativo a forte rischio di insuccesso. In prima istanza, la soluzione Mattarella permette di tenere in piedi l’alleanza coi grillini, che sono comunque il partito di maggioranza, e che per la riconferma del Presidente in carica (quello che a inizio legislatura volevano addirittura mettere sotto impeachment) si sono già espressi a livello di gruppo senatoriale. Secondariamente, evita che al sommo Colle vada, non dico un uomo scelto dal centrodestra, ma lo stesso Draghi, il quale, al contrario di Mattarella, non viene dalle file di nessun partito e per di più non è tipo influenzabile o attento agli equilibrismi politici.
Perché Draghi potrebbe essere d’accordo
Tutto sommato, la soluzione potrebbe poi non dispiacere nemmeno all’ex governatore della Bce, il quale allo stato attuale non ha i partiti dalla sua e in questo modo potrebbe guadagnare tempo ed evitare un esito per lui negativo (anche a livello di immagine) qualora scendesse o fosse messo in campo. Capite le intenzioni della sinistra, i media fiancheggiatori (cioè in pratica i tre quarti di quelli esistenti) si sono già messi all’opera e quella che sembrava un’operazione impraticabile fino a pochi giorni fa, prima di tutto per l’indisponibilità dell’interessato, all’improvviso viene portata avanti in dotti articoli che provano a mostrarne in modo posticcio la razionalità.