Alla sinistra fa gola Tele-Meloni: le trame sulla Rai

Il centrosinistra non trova la quadra sugli incarichi nella tv pubblica. Ognuno pensa al suo orticello

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Rai Schlein Conte

Il campo largo d’opposizione si restringe ogni giorno di più. Dopo essersi spaccata sulla nomina di Raffaele Fitto alla vicepresidenza esecutiva della Commissione Ue e sulla partecipazione alla manifestazione anti governativa indetta dalla Cgil, l’allegra accozzaglia di centrosinistra deraglia pure sulle nomine Rai. Poco dopo aver siglato, appena lo scorso mese di agosto, un patto d’unità d’azione al fine di compattare il fronte d’opposizione contro quella che è stata sprezzantemente ribattezzata TeleMeloni, il leader dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte, è infatti pronto a far saltare l’accordo in cambio di qualche nomina Rai da ottenere a scapito dell’alleato dem.

L’obiettivo principe dell’ex premier è infatti il Tg3, dove Conte vorrebbe far insediare Giuseppe Carboni, già direttore del Tg1 al tempo del governo gialloverde e ora direttore di Rai Parlamento, per prendere il posto fino ad ora occupato da Mario Orfeo, ritenuto dai vertici M5s troppo vicino al Pd. Obiettivo tuttavia non semplice da centrare per il leader pentastellato, che alla fine potrebbe anche accontentarsi di piazzare Carboni alla direzione di Rai News. Ma non solo. Il presidente del Movimento vorrebbe inoltre sedersi attorno a un tavolo con l’odiatissimo centrodestra di governo per strappare qualche posto nel Cda dell’azienda di Viale Mazzini, come conferma peraltro il contenuto di una sua nota: “Lasciare il cda nella mani dei soli consiglieri designati dalle forze di maggioranza, rinunciando a esercitare funzioni di vigilanza e controllo e di garanzia, di pluralismo, in un momento estremamente delicato per il servizio pubblico, è contrario all’interesse pubblico”.

Per il cda Rai, i parlamentari pentastellati dovrebbero indicare il nome del consigliere uscente Alessandro Di Majo, purtuttavia, l’inaspettato inserimento nella corsa di Avs, potrebbe anche cambiare le carte in tavola. Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, rompendo a loro volta il patto agostano siglato in chiave anti Meloni, hanno intenzione di votare per il rinnovo del cda puntando forte sull’ex segretario dell’Usigrai Roberto Natale. Un nome, quello dell’ex portavoce di Laura Boldrini, gradito tra l’altro a Giuseppe Conte, che adesso potrebbe trovare la quadra con i vertici di Alleanza Verdi e Sinistra per fare fronte comune e incoronare Natale per la carica di consigliere in quota M5s-Avs.

Il Pd, almeno per il momento, mantiene fede all’accordo stipulato con gli alleati compolarghisti e rimane fermo sulla posizione originaria di non voler prendere parte alle trattative in segno di coerenza. “Come spieghiamo agli elettori che ora partecipiamo alla spartizione?”, continua a chiedersi Elly Schlein, infastidita dal movimentismo degli alleati di campo largo. In tal senso, l’obiettivo dichiarato dei dem non è soltanto quello di disertare la riunione della Vigilanza, ma anche le aule di Camera e Senato in occasione del voto, fissato per la giornata di giovedì 26 settembre, finalizzato all’elezione dei quattro consiglieri di amministrazione di indicazione parlamentare.

Insomma, il segretario del Pd si ritira convintamente sull’Aventino in segno di protesta contro la presunta “occupazione militare” da destra della tv di Stato. E, nel frattempo, i compagni campolarghisti Conte, Bonelli e Fratoianni tramano cinicamente alle sue spalle per qualche nomina in più ai vertici di TeleMeloni.

Salvatore Di Bartolo, 25 settembre 2024

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