È algerino e secondo il database della polizia era segnalato come un miliziano dello Stato Islamico, già impegnato sul fronte siro-iracheno e ricercato per l’adesione al jihadismo. Non lo hanno pizzicato nel suo Paese e neppure in Francia o in Belgio, ma a Milano. Per la precisione in metropolitana, lì dove viaggiano migliaia di persone ogni giorno ignare di chi stia loro di fianco.
I fatti risalgono al 29 agosto. Gli agenti della polizia metropolitana milanese hanno arrestato Yassine Chouial investito da un mandato di cattura internazionale con l’accusa di associazione terroristica. Il fermo è avvenuto nel mezzo dei servizi predisposti dal questore Giuseppe Petronzi nelle metropolitane. Il giovane si è mostrato aggressivo con gli agenti della polmetro che lo stavano controllando e ha anche gridato “Allah Akbar” cercando di tirare fuori dallo zaino un coltello con la lama di oltre 12 centimetri.
Le analisi della Digos meneghina hanno poi permesso di evidenziare che il 37enne, sconosciuto alle forze di polizia italiane, era in realtà ricercato dall’Algeria perché considerato un esponente dell’Isis ed accusato di aver combattuto in Siria sotto le bandiere nere dello Stato Islamico.
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L’uomo, in udienza davanti alla quinta sezione della Corte di appello di Milano, che si era riunita per l’estradizione, ha affermato di essere in Italia da almeno da un anno e di dormire nella moschea di Lampugnano. Su disposizione della Corte d’Appello di Milano, che è competente per tutte le procedure di estradizione, già peraltro autorizzata dal Ministro della Giustizia, è stato trasferito nel carcere di “San Vittore” in attesa del trasferimento in Algeria previsto per il 22 novembre. L’uomo ha dato il suo consenso al rimpatrio.
Intanto ad Alessandria un 23enne marocchino è stato espulso dal prefetto vista la sua “pericolosità sociale”. Il ragazzo era stato denunciato per aver danneggiato tre crocifissi. Non solo: durante l’identificazione nei locali della Questura, aveva anche minacciato gli agenti e affermato di voler vendicare le vittime del conflitto a Gaza minacciando la popolazione cristiana.
Articolo in aggiornamento