Fosse stata un’idea tutta sua, uno poteva almeno premiare l’originalità. Invece Tomaso Montanari, quello delle foibe e del no alla bandiera a mezz’asta per Berlusconi, giusto per citarne un paio, insomma un sinistro duro e puro, è finito a copiare una scuola di periferia milanese. Come l’istituto Iqbal Malih di Pioltello, infatti, terrà chiusa l’Università degli Studi di Siena per Id al-fitr, la festa islamica della rottura del digiuno.
Non poteva mica essere da meno, lui, soprattutto dopo che era stato contestato da un gruppo di pro-Palestina più militanti di lui. Nel decreto firmato da Tomaso si segnala che l’intento di questa decisione sarebbe quello di dare un “visibile segno di solidarietà con la popolazione palestinese di Gaza, in grandissima parte musulmana, sottoposta a un incessante, inaudito, massacro”. Sorvoliamo sull’utilizzo politico dell’Università, che sembra parteggiare neanche troppo velatamente con uno dei due popoli in guerra. Ma tant’è. La decisione, spiega il rettore, sarà “oggetto di un comunicato stampa della Stranieri subito dopo Pasqua” e pare che si accompagnerà, per dare una botta a cerchio e uno alla botte, con “l’intenzione di sospendere anche l’attività didattica per venerdì 11 ottobre 2024, Kippur, a un anno dalla strage del 7 ottobre”. Intanto, però, il messaggio è chiaro: l’Ateneo sta dalla parte di palestinesi e, dice Montanari, anche contro l’Occidente che “si fa complice del massacro senza fine di Gaza”.
Il rettore spiega che l’obiettivo è “costruire il multiculturalismo, e contribuire alla pacifica convivenza tra i popoli”, una missione che “ci sembra oggi particolarmente urgente”. Nel documento viene richiamato lo statuto che promuove e favorisce “i processi di incontro, dialogo, mediazione fra persone con lingue e culture diverse, nell’intento di favorire la civile e pacifica convivenza che nasce dal reciproco riconoscimento e dal vicendevole rispetto“. Pare infatti che “uno degli obiettivi del mandato rettorale” sia la “costruzione di relazioni e rapporti oltre i canali diplomatici, oltre le logiche di appartenenza e oltre le strategie colonialistiche o promozionali per costruire una cittadinanza mondiale, praticando un multiculturalismo in cui l’identità non è chiusura, ma incontro”. Qualsiasi cosa voglia dire.
E qui siamo al paradosso, che su questo sito avevamo segnalato qualche giorno fa. La sinistra, che per anni ha chiesto uuna scuola “laica”, quindi senza riferimenti religiosi né nelle aule né nelle festività, adesso si piega alle feste religiose di un’altra cultura. Solo per il gusto di andare contro i “conservatori”. Per Montanari, infatti, “riconoscere una festa religiosa è forse un atto imperfetto, parziale”, ma “rientra nel codice convenzionale (e per la verità assai poco laico) per cui l’università italiana sospende le lezioni per l’Immacolata Concezione di Maria, o per l’Epifania del Signore”. Fermateli.