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All’Italia serve uno shock fiscale - Seconda parte

L’importante è avvicinarsi a una massa critica (l’ideale sarebbe almeno pari a circa un punto di Pil, poco sopra o poco sotto: 16-18 miliardi) che renda il beneficio fiscale percettibile, tangibile, consistente. E soprattutto prevedere tagli fiscali anche l’anno e gli anni successivi, facendo capire all’opinione pubblica che la strada delle riduzioni fiscali è tracciata per un arco temporale ampio. Solo questo può indurre a una maggiore fiducia, a una ripresa dei consumi, a un effetto positivo sugli investimenti privati e anche sulle assunzioni da parte delle imprese.

Se invece, come da vent’anni, si sceglierà il piccolissimo cabotaggio, saremo davanti a un’altra occasione persa. E a un esempio di continuità – negativa – con le stagioni passate.

Daniele Capezzone, 28 luglio 2019

 

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