Alluvione Romagna, il Pd attacca il governo ma dimentica di spendere i fondi

Michele de Pascale, sindaco dem di Ravenna, passa il tempo a criticare Roma. Ma i numeri certificano il suo disastro

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Michele De Pascale è considerato l’astro nascente in casa Partito Democratico. Già sindaco di Ravenna, il giovane dem è il candidato per il post-Bonaccini alla guida dell’Emilia-Romagna. E anche per questo motivo lo troviamo spesso in prima linea contro il governo: guadagnare visibilità, farsi notare anche al di fuori della provincia, guadagnarsi la pagnotta. Basti pensare all’ultimo scontro demagogico con Roma sui regolamenti da modificare per innalzare a 30mila euro il massimale da 6mila euro per i beni mobili distrutti o danneggiati dall’alluvione che un anno fa colpì il territorio. Ma attenzione: oltre alle (tante) parole, dovrebbero esserci i fatti. E da questo punto di vista l’asso di Elly Schlein è un po’ carente.

Da diverso tempo De Pascale attacca frontalmente il governo in merito ai fondi stanziati per riparare i danni dell’alluvione, ma i numeri parlano da soli: il sindaco di Ravenna ha speso appena l’1,5 per cento dei fondi messi a disposizione. Neanche il 2 per cento. Uno scandalo. Entrando nel dettaglio: dei 12,3 milioni di euro ottenuti dal comune per intervenire sui danni, ne sono stati spesi solamente 188 mila. Poi, per quanto concerne la provincia, di cui De Pascala è presidente, sono stati stanziati 34,6 milioni di euro, nello specifico: 3,19 milioni per le somme urgenze, 30,3 milioni per i lavori urgenti della messa in sicurezza della rete viaria, oltre 1 milione per le nuove urgenze e 62mila euro per le strutture scolastiche e sportive. Di questi, solo 1,5 milioni sono stati chiesti ed erogati. La percentuale in questo case sale al 4,3 per cento. Tutt’altro che soddisfacente.

A differenza di quanto affermato da De Pascale, i fondi ci sono ma è stato lui a non chiederli. Anziché riconoscere i grandi sforzi del governo – più importanti rispetto al dramma del 2012 – il sindaco di Ravenna pensa alla sua carriera politica. Ma così facendo commette un clamoroso autogol. “Invito il sindaco de Pascale a fare meno propaganda e a lavorare di più”, l’affondo di Marta Farolfi (FdI). Impossibile darle torto. Perché il “buon amministratore” decantato dalla Schlein in realtà si sta dimostrando più che altro un professionista della polemica.

Ma anche Bonaccini non lesina figuroni. Il neo europarlamentare ha tirato fuori dal cilindro una scusa incredibile: l’assenza del personale tecnico aggiuntivo che dovrebbe aiutare i Comuni a gestire i cantieri della ricostruzione. Ma, come evidenziato dalla Verità, il governatore uscente dimentica un piccolo dettaglio: all’insediamento della struttura commissariale, il generale Figliuolo aveva chiesto ai Comuni di fornire tecnici per i territori alluvionati, ma arrivò un secco no. Da Bonaccini. Il mondo al contrario.

Franco Lodige, 23 luglio 2024

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