Esteri

Alluvione Valencia, lo scienziato ci spiega perché il clima non c’entra nulla

La tragedia in Spagna non ha nulla a che fare col cambiamento climatico, ma con la scarsa pianificazione urbana

Matthew Wielicki è un professore di scienze della Terra. È stato assistente presso il Dipartimento di Scienze Geologiche dell’Università dell’Alabama e ricercatore post-dottorato presso il Dipartimento di Scienze della Terra, Planetarie e Spaziali e l’Istituto per i Pianeti ed Esopianeti dell’Università della California, Los Angeles. I suoi interessi di ricerca includono il cambiamento climatico e le implicazioni del riscaldamento sul maltempo e sulla condizione umana complessiva, la transizione energetica e altri aspetti ad essa legati.

Ieri, il professore ha pubblicato un articolo sulla piattaforma Substack, il cui inizio è perentorio: “Una cosa sia chiara: le recenti inondazioni a Valencia, in Spagna, non hanno nulla a che fare con il cambiamento climatico e tutto a che fare con le esigenze infrastrutturali ignorate e la scarsa pianificazione urbana. È quasi ridicolo vedere quanto velocemente i politici e i media mainstream (MSM) si siano precipitati a etichettare questo evento come una “catastrofe alimentata dal clima”.

Infatti, queste inondazioni erano non solo prevedibili, ma si sono già verificate più volte in passato e sono state più volte previste. Mi sembra scontato sottolineare che quanto scritto dal professore sia traslabile, pari pari, a quello che è successo e continua a verificarsi in molte regioni italiane.

Cosa è successo a Valencia

Proprio l’altro ieri (30 ottobre 2024), Valencia è stata colpita da forti piogge, che hanno causato gravi inondazioni in alcune parti della città. Il MSM si è affrettato a dare la colpa di questa sciagura alla “crisi climatica”. Ma cosa non è stato detto? Che Valencia ha affrontato numerose inondazioni devastanti per secoli. Questa tragedia non è causata da un nuovo fenomeno, legato all’aumento dei livelli di CO2; è il risultato di decenni di pianificazione urbanistica dissennata.

Un po’ di storia

A seguito della devastante alluvione del 1957, gli urbanisti presero l’audace decisione di deviare il fiume Turia, che si trova a sud della città; una brillante soluzione strutturale, destinata a risparmiare alla città tragedie future (a proposito delle misure da adottare per mitigare le sciagure naturali e osteggiate dai verdi che più verdi non si può!). Ma cosa hanno fatto dopo? Hanno permesso lo sviluppo incontrollato proprio intorno allo scolmatore appena creato, un’area evidentemente a rischio elevato di inondazione. Infatti, le peggiori inondazioni del passato si erano verificate proprio in queste zone di espansione. Decenni di volontà di ignorare l’ovvio hanno provocato un fallimento prevedibile, e nessuna propaganda sulla “crisi climatica” può cambiare o mascherare questa realtà.

Incolpare i cambiamenti climatici invece di ricercare le responsabilità

C’è un’ironia lampante: i pianificatori e i politici delle città, che hanno ignorato i rischi di alluvione nella fretta di espandere lo sviluppo della città, stanno ora incolpando il cambiamento climatico per una crisi causata da loro stessi. Invece di assumersi la responsabilità di non aver protetto i residenti che sono stati incaricati di servire, hanno trovato un facile capro espiatorio.

La narrativa del “cambiamento climatico” distoglie l’attenzione dai loro errori e si allinea convenientemente all’agenda “green” che promuove una maggiore spesa per delle politiche ideologiche che non riescono a risolvere i problemi reali.

Per decenni, i leader di Valencia hanno ignorato il contesto storico. I dati e le registrazioni paleoclimatiche mostrano che la regione ha subito gravi inondazioni per oltre un millennio, con registrazioni alluvionali risalenti all’XI secolo.

La famigerata alluvione del 1957 rimane una delle peggiori e ha avuto luogo durante un periodo in cui i livelli di CO2 erano molto più bassi. Eppure, nonostante le abbondanti prove che le inondazioni sono una costante storica, il MSM e i politici sono ansiosi di alimentare la storiella di un disastro climatico “senza precedenti”.

L’alluvione del 1957 e una soluzione usata male

Il disastro del 1957 avrebbe dovuto essere una lezione duratura. Valencia ha agito immediatamente, deviando il fiume Turia per proteggere il suo nucleo urbano. Ma invece di mantenere questo cuscinetto di sicurezza, i politici e i pianificatori hanno sfruttato il canale deviato come un’opportunità di sviluppo. Hanno pianificato l’espansione urbana proprio nell’area che avrebbe dovuto servire come salvaguardia, una mossa che nessun pianificatore sensato avrebbe approvato. Le inondazioni di ieri hanno colpito maggiormente e in modo del tutto prevedibile dove si è deciso di ignorare i segnali che la natura ci aveva inviato da tempo. È un caso di irresponsabilità mascherata da allarme climatico, in cui la convenienza politica supera l’esigenza primaria di garantire la sicurezza pubblica.

È più facile, dopo tutto, parlare di emissioni di carbonio piuttosto che ammettere che consentire ai costruttori di trasformare una pianura alluvionale in una zona residenziale sia pura follia.

Lo scopo dei media e della propaganda politica: vendere paura

La copertura mediatica delle inondazioni di Valencia rivela un chiaro programma. Il rapporto del Daily Mail, e i numerosi articoli che si possono leggere su molti giornali nostrani, definiscono l’inondazione come “catastrofica” a causa dei cambiamenti climatici, ma eludono completamente il contesto storico. Non c’è menzione delle inondazioni del 1957, nessun riconoscimento che le infrastrutture di Valencia non siano mai state pianificate per gestire lo sviluppo urbanistico che seguì la deviazione del fiume. Concentrandosi esclusivamente sul cambiamento climatico, i media inducono i lettori a pensare che queste inondazioni non siano mai avvenute in passato, che siano il prodotto del nostro ambiente “moderno”, piuttosto che il risultato di una utopica e miope gestione della città.

Per chi volesse approfondire, rimando all’articolo originale, corredato di molti grafici, figure, dati e collegamenti ad articoli originali.

Carlo MacKay, 1° novembre 2024

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