La pratica del bar sport in cui ci si ritrova e si fa la formazione della Nazionale di calcio è un antico quanto amato vezzo italiano. Tutti scelgono i calciatori migliori che rappresentano l’Italia e ci sono discussioni infinite sul centroavanti e sul terzino destro.
Ministri senza curriculum
Spesso però tutti concordano su alcuni fuoriclasse, e soprattutto giocatori di serie B o serie C non verrebbero mai e poi mai nominati, pena il ridicolo sempiterno e la perdita di credibilità che scenderebbe su chi li nominasse. Se poi uno nominasse dei dilettanti del campetto di calcetto vicino al bar per la Nazionale, sarebbe preso come una provocazione, utile per ridere ma nemmeno troppo. La Nazionale è una cosa seria… al bar sport.
Invece nella gestione della Nazionale della classe dirigente alla fine arrivano personaggi davvero di serie minori, senza curriculum, senza alcuna realizzazione nella vita, spesso senza avere mai avuto un lavoro vero, se non qualche modesto incarico di partito, soprattutto senza avere mai gestito e amministrato organizzazioni complesse. È come se sulla Nazionale non si potesse scherzare, ma sul governo… beh su quello invece sì. Non ci si chiede nemmeno un minuto se il tale personaggio sia in grado di gestire e di amministrare un ministero, di proporre leggi, di gestire emergenze. La nazionale rileva, il governo no.
Quindi quando si vota per scegliere il Governo, non si guarda chi poi entra in campo davvero (spesso nemmeno lo si nomina prima del voto) ma chi la spara più grossa. Abbassiamo le tasse e aumentiamo le spese sociali ele pensioni. Così si vince. Poi entra in campo una squadra di amministratori patetici… e il paese è ultimo su tutti i parametri internazionali di crescita, buona gestione, burocrazia.
Ma è normale… o no? Se mandassimo ai mondiali la Nazionale dilettanti a giocare con la Spagna o la Germania ci stupiremmo se perdessimo 5 a 0? Per nulla, semmai ci sarebbe una rivolta popolare su chi avesse scelto costoro per rappresentarci. Non potrebbe rientrare in Italia, sarebbe accolto da pomodori. E la stampa sportiva urlerebbe ben prima allo scandalo.
Invece sul governo no. Beviamo tutto, la stampa non dice che per fare il ministro bisogna avere competenza amministrativa. Basta prendere voti e i voti si prendono raccontando bufale una più grossa dell’altra. Bufale piacevoli da sentire, spacciate per verità. Le ultime? Cancelliamo i debiti. Le precedenti? Aboliamo la povertà, abbassiamo tutte le tasse, bisogna spendere di più su tutto (chi paga mai detto…) e molte altre.
Nell’analogia sarebbe come dire “facciamo giocare Messi e Maradona”. Impossibile. Assolutamente impossibile. Ma invece in politica no. Qualsiasi bufala passa e anzi più è grossa, più voti arrivano, perché la verifica del possibile è molto poco praticata, e sembra che spararla più grossa sia meglio che ragionare. Chi ragiona perde. Chi spara bufale vince.
Dopo questa premessa mi sono esercitato in un incredibile e assurdo esercizio di fantasia. Ho fatto il mio personalissimo bar sport del governo, il mio bar politica. Come i tifosi ho indicato i ministri tra le persone che conosco (alcune) e che stimo anche senza conoscerli per il loro passato, curriculum, studi… insomma perché hanno sempre giocato molto bene nella partita della vita. Quelli bravi insomma, con onestà, professionalità ed eccellenza nei loro campi. La mia Nazionale.
Ovviamente non è l’unica e altri tifosi hanno altre idee. Ma siamo al bar politica e le formazioni le fanno tutti, purché siano potenzialmente vincenti almeno sulla carta specie se si gioca in campionato difficile e decisivo. Ho cercato anche di inserire (almeno in parte) persone che hanno preso molti voti in elezioni recenti per… ovvi motivi.
Ho anche scelto l’allenatore che è il presidente della Repubblica che peraltro tra soli 14 mesi sarà scelto, davvero. Ribadisco senza volere essere immodesto o peggio poco istituzionale perché è chiaro che questa cariche sono scelte da un processo democratico regolato dalla Costituzione e guai se così non fosse.
Ma al “bar politica” ci si permette di parlarne, nello spirito del “se fossi io farei giocare…” sempre poi rispettando le scelte vere, col solo permesso assolutamente civile e sacrosanto di poterle criticare dopo le partite e i relativi risultati. È un gioco mi raccomando, e spero che le persone nominate non si offendano per la mia personale stima nelle loro capacità.
Fanta-governo
Presidente Repubblica: Mario Draghi
Presidente del Consiglio: Marco Bentivogli
Ministro Economia e finanze: Carlo Cottarelli
Ministro Istruzione: Ferruccio Resta
Ministro dell’Interno: Marco Minniti
Ministro del Lavoro: Pietro Ichino
Ministro Industria e sviluppo economico: Carlo Calenda
Ministro Esteri: Matteo Renzi
Ministro rapporti parlamento: Giancarlo Giorgetti
Ministro Difesa: Giorgia Meloni
Ministro Politiche agricole, alimentari e forestali: Luca Zaia
Ministro Beni e attività culturali e Turismo: Giorgio Gori
Ministro Giustizia: Paola Severino
Ministro Salute: Elena Bottinelli
Ministro innovazione a digitalizzazione: Fabio Vaccarono
Ministro Affari regionali: Massimiliano Fedriga
Ministro riforma pubblica amministrazione: Tommaso Nannicini
Ministro per le politiche giovanili: Guido Crosetto
Commissario straordinario per l’emergenza: NESSUNO perché i ministri sono assolutamente capaci di fare il loro lavoro se del caso collaborando tra di loro.
Ecco dopo avere giocato al bar politica, ho confrontato l’attuale governo persona per persona. Ruolo per ruolo, commissario compreso. E mi è venuto da piangere. Perché andiamo verso i campionati-mondiali-edizione-speciale-unica-nella-storia-del-dopo-covid, un edizione davvero troppo importante dei Mondiali, con una formazione semplicemente patetica rispetto a questa. Patetica per titoli di studio, esperienze, pubblicazioni, conoscenze, capacità amministrative, contatti internazionali
E perderemo. È sicuro che perderemo anche pesante. E la sconfitta sarà rovinosa perché questa edizione è davvero speciale, non si rigiocherà mai più. Ma non perderemo perché non abbiamo bravi giocatori in Italia. Tutt’altro perché questi sono davvero molto bravi e qualcuno di loro ha anche preso parecchi voti. Perderemo perché non mettiamo in campo la squadra migliore. Con questa squadra non solo vinceremmo anche giocando molto bene, ma probabilmente assicureremmo dopo 5 anni un rilancio pazzesco al nostro paese dopo 40 anni di squadre patetiche. Una cosa mai vista in Italia. Scene di giubilo e di esultanza in tutti i bar sport dopo le partite
Un’ultima riflessione. Perché per 40 anni abbiamo messo in campo squadre patetiche? La risposta è semplice. Vige la dottrina per la quale la scelta spetta a un sottoinsieme dei giocatori, i politici, alcuni dei quali sono assolutamente incapaci, ma hanno però fatto la gavetta nella squadretta “politici” che milita in serie C, e quindi hanno per tradizione italiana priorità su quelli bravi.
Chi ha fatto le giovanili (e tutta la vita) nel partito, probabilmente leccando i piedi al capo dell’epoca e senza accumulare alcuna esperienza concreta di gestione, ha molta più probabilità di diventare ministro rispetto a una carriera brillante in azienda, in università, in istituzioni prestigiose.
È come se nella nazionale giocassero per lo più i giocatori di una squadra di serie C che ha monopolizzato le convocazioni tra la disattenzione e il disinteresse di tutti. Poi arriva un comico con una squadra che nemmeno giocava in serie C, solo nei dilettanti, e dicendo che la squadra di serie C non può monopolizzare la Nazionale, insulta tutti i giocatori di serie C (giusto peraltro). Lo scelgono molti cittadini perché, in fondo, dice una cosa apparentemente giusta insieme a una valanga di bufale, ma sempre bufale accattivanti però. Vince le elezioni e… convoca i dilettanti in Nazionale.
Pazzesco ma vero. Così invece di 5 a 0 perdiamo 21 a 0. I cittadini hanno già cambiato per lo più idea, il comico è pressoché sparito, ma si vota tra 2 anni.
È quello che sta succedendo. Ma siamo matti. Eppure questo è il nostro amato paese… e qualche Mondiale lo abbiamo vinto anche noi in passato, sia nel calcio che, ben più importante, nella vita reale.
Giovanni Cagnoli, 21 novembre 2020