Società

Altro che Lgbt e islamofobia. La minoranza a rischio? I cristiani

cristiani a rischio © GCShutter, Powerlightss e chatkarenstudio tramite Canva.com

“Tutela delle minoranze”, è questa la parola d’ordine che va di moda nel mondo politico e in quello dell’arte. Attenzioni che, a quanto pare, riguardano solo le minoranze care al politicamente corretto. Il resto, invece, può aspettare tra una persecuzione e l’altra.

Oltre all’omofobia, alla transfobia, alla bifobia, alla “grassofobia”, e ad altri neologismi “inclusivi”, esiste anche la cristianofobia. Un termine indubbiamente meno presente nel dibattito pubblico rispetto all’islamofobia, sebbene la cristianofonbia sia molto più diffusa. Dati che, oggi più che mai, è giusto ricordare: sono 360 milioni i cristiani perseguitati, ovvero un cristiano su sette.

La Corea del Nord è al primo posto nella World watch list 2023. Questo a causa della “legge contro il pensiero reazionario” che ha portato a un aumento degli arresti e delle chiusure di chiese. Ma a preoccupare Open doors/Porte aperte è soprattutto l’Africa sub-sahariana dove l’oppressione ha raggiunto livelli senza precedenti. Si è riscontrato anche un notevole aumento dei rapimenti dei fedeli, passati da 3.829 a 5.259. Di questi, quasi cinquemila si concentrano in tre nazioni: Nigeria, Mozambico e Congo. Da ricordare altresì i quasi 30mila casi di cristiani aggrediti.

Alla vessazione fisica si aggiunge una pressione fatta di abusi quotidiani sul lavoro, a scuola, nei servizi.  Una situazione che ha portato i fedeli a un’esasperazione tale da darsi alla fuga, diventando così veri e propri sfollati interni o profughi. Lo sfollamento è un fenomeno particolarmente diffuso in Medio Oriente ma anche nel Sahel a causa della violenza jihadista, in Iran e Myanmar. Uno scenario che diventa ancor più raccapricciante con la persecuzione nei confronti delle donne cristiane, dove migliaia sono obbligate a matrimoni forzati o subiscono violenze sessuali. Abomini che, spesso, per ragioni culturali e sociali, non vengono denunciati.

La cristianofobia, tuttavia, coinvolge anche i paesi europei, sebbene la situazione non sia tragica come altrove. In Spagna, ma anche in Francia, le aggressioni sono aumentate del 300% in dieci anni. Il rapporto 2019 dell’Osservatorio per la Libertà Religiosa della penisola iberica, ad esempio, aveva riportato continui furti di ostie consacrate, tabernacoli staccati, insulti, minacce e aggressioni fisiche a sacerdoti durante le celebrazioni eucaristiche. Nella cattolica Polonia, invece, dopo la sentenza di incostituzionalità dell’aborto eugenetico, emessa nell’ottobre 2020, la reazione della violenza anticattolica si era manifestata per diverse settimane. Gruppi di abortisti organizzati e guidati avevano iniziato a profanare gli edifici ecclesiastici. Al punto che gli stessi fedeli avevano dovuto presidiare, fisicamente, le chiese per difendere il Santissimo e le strutture.

In Francia, la cristianofobia è galoppante con incendi dolosi che coinvolgono le Chiese cattoliche francesi, come successo a: Notre Dame, Saint Denis, Rennes, Saint Sulpice a Parigi, Pontoise, Nancy, Nantes, Nostra Signora delle Grazie di Revel, Saint-Jean-du-Bruel di Rodez, la cattedrale di Saint Alain di Lavaur. Da ricordare altresì le frequenti decapitazioni ai danni della Vergine.

A tal proposito, in Italia, la cristianofobia si manifesta nei numerosissimi casi di statue della Madonna e di Gesù vandalizzate, ma soprattutto negli attacchi a crocifissi e presepi nei luoghi pubblici, rari invece gli incendi dolosi. La stessa Italia dove non sono mancati veri e propri scenari blasfemi, come successo nel 2019 col “Veglione per la contraccezione”, pubblicizzato dai collettivi con una locandina in cui si vedeva la Madonna circondata di preservativi. Oppure quanto successo nel 2021, quando venne realizzata la caricatura della Madonna raffigurata con la forma dell’organo sessuale femminile, portata poi in “processione” fino alla scalinata che porta al sagrato della parrocchia dei Santi Angeli Custodi di piazza Sempione. Senza dimenticare lo striscione “Like a virgin” affisso sotto la statua della Vergine, simbolo del quartiere Montesacro, a Roma.

Una “sacra celebrazione anti-patriarcale”, così era stato definito il blitz dalle femministe e dai centri sociali Astra e Brancaleone, che avevano organizzato l’iniziativa. Strano che le stesse femministe non abbiano fatto una provocazione simile di fronte ad una moschea, visto che il patriarcato è una costante della religione islamica. Condotte vili e oscene, che confermano chi rappresenta realmente le minoranze, ossia quelle comunità sempre meno tutelate e sempre più derise nel silenzio di chi può ma non vuole.

Nemes Sicari, 15 dicembre 2023