Economia

Altro che Microsoft e vaccini: su cosa investe ora Bill Gates

Il miliardario di Seattle si dà al tradizionale. Ma cosa c’è dietro la scelta del fondatore di Microsoft?

bill gates

Altro che Big tech e vaccini: Bill Gates, il fondatore di Microsoft, va sul tradizionale. Come ha raccontato ieri Il Sole 24 Ore, il capostipite dell’informatica sta investendo milioni in terreni agricoli. In pochi anni, è diventato il maggior proprietario individuale di “farmland” negli Stati Uniti: parliamo di circa 120 mila ettari di terra in 19 Stati americani. E negli ultimi mesi, ha espanso ulteriormente il suo singolare impero agricolo, puntando a nuovi possedimenti in North Dakota.

Gates è stato sempre piuttosto evasivo sulla questione. Solo qualche settimana fa ha dichiarato di aver investito in “fattorie e aziende agricole affinché diventino più produttive e creino lavoro, senza grandi disegni”. In effetti, l’agricoltura sembra essere (è il caso di dirlo) una gallina dalle uova d’oro: i prezzi dei terreni messi all’asta tra il 2021 e il 2022 sono lievitati anche del 34%. Per Gates, il settore “è essenziale”.

Viste le note ambizioni filantropiche del miliardario di Seattle, il pensiero è sempre rivolto alle potenzialità produttive in vista della lotta alla fame nel mondo: Gates spera di implementare nuove tecnologie, generando “semi più produttivi”, in grado di “evitare la deforestazione” e “aiutare l’Africa davanti alle sfide climatiche”. In più, c’è di mezzo il business del biocarburante, che potrebbe “risolvere il problema delle emissioni”. Il fondatore di Microsoft potrebbe sperimentare su vasta scala il ricorso all’intelligenza artificiale e ai big data, trasformando anche il volto dell’agricoltura.

Naturalmente, i suoi interessi si intrecciano con gli investimenti in settori decisamente poco tradizionali, come quello della carne sintetica: l’idea di Gates è indirizzare anche la produzione agricola su standard più tecnologici e deumanizzanti rispetto a quelli cui è legato l’immaginario della coltivazione dei campi? Addio al biologico, largo al tecnologico? Potrebbe finire così. Oppure, qualche terreno potrebbe servire a Bill per realizzare il sogno (“cinesizzante”) di una smart city: è il caso di un appezzamento nel deserto dell’Arizona, acquistato dal multimilionario Usa. La cittadina dovrebbe avere 80.000 abitazioni, scuole, strade per veicoli autonomi e attività economiche hi tech. Una specie di repubblica tarata a immagine e somiglianza di Mr Microsoft. Utopia o distopia?