Covid come arma politica
Detto ciò, siamo sicuri che sia questo il modo di tutelare la salute pubblica: obbligare ai tamponi chi proviene dall’estero, imporre l’utilizzo della mascherina all’aperto a chiunque e altre restrizioni ferree, ma d’altro canto trascurare i malati di tumori e di altri gravissimi morbi o rischiare di sovraffollare ospedali e Asl? E, visto che anche il governo nazionale ha intenzione di estendere a tutta Italia l’inasprimento delle restrizioni, ci auguriamo che non incorra anch’esso nella medesima contraddizione.
Inoltre, per concludere, sarà una mia considerazione, ma questa contraddizione, questa ipocrisia, altro non vuol dire che una cosa: che il virus è diventato a tutti gli effetti un instrumentum regni, una vera e propria arma politica, adatta per ogni spot elettorale, il cui fantasma può essere agitato da un momento all’altro per attaccare l’oppositore, e soprattutto per atterrire la gente, ingigantendo la sua pericolosità attraverso questa “infodemia” che ci tortura da mesi.
Achille Passarelli, 5 ottobre 2020