In seguito al tilt del sito dell’Inps, a causa della congestione del traffico di accesso o per il pirataggio informatico come sostenuto dal presidente dell’Istituto Pasquale Tridico, Pornhub si è offerto di fornire assistenza attraverso i suoi server per gestire l’intensificazione degli ingressi al sito dell’Ente previdenziale. Un gesto di filantropia tecnologica dei pornocrati in soccorso della défaillance dei burocrati che reiterano, in questa fase di emergenza, le inefficienze, conclamando un retaggio di frustrazioni.
Né Conte e né Tridico hanno avvertito la decenza di chiedere scusa agli utenti per il disservizio, che contribuisce a sciupare la residuale credibilità dello Stato, e per gli indugi nell’allestire la rete di aiuti in favore degli autonomi. La burocrazia italiana è ritenuta da tutti gli operatori economici il principale ostacolo impeditivo e fattore demotivante che, anziché agevolare gli adempimenti amministrativi a cui i cittadini devono soggiacere, aggrava gli iter che spesso si aggrovigliano in un circuito labirintico. Al Politecnico di Milano sono bloccati 2 milioni di mascherine in attesa del bollino di biodegradabilità, come se in questa fase con gli operatori sanitari che rischiano il contagio e i decessi che non rallentano sia lecito anteporre le fisime ambientaliste all’immediatezza delle risposte da assicurare alla trincea. Pure sul versante delle donazioni si assiste agli intralci che il buonsenso dovrebbe falciare per agevolare la generosità dei benefattori che, invece, vengono palleggiati fra la Protezione civile e la struttura commissariale. La preponderanza del cavillo è inaccettabile in un contesto di emergenza che richiede rapidità di decisione e semplificazione delle procedure.
Dunque, il virus della burocrazia attesta un’ulteriore pestilenza che dobbiamo combattere, un virus che si riproduce con prolifica voluttà resistendo alle manovre vaccinali finalizzate a far prevalere la ragionevolezza. La tracimazione burocratica si evince anche dai decreti sequenziali del presidente del Consiglio che si tallonano in una corsa spasmodica a cui si aggiungono le circolari esplicative dei ministeri che, in alcuni casi, si divaricano dal loro presupposto giuridico. Purtroppo, la curva epidemica non flette come ci si aspettava e il totalizzatore dei decessi scorre inesorabilmente.
Il nostro Paese non ha bisogno dei predatori di like e degli sbandieratori di banalità, ma della responsabilità intesa come attitudine a rispondere delle omissioni e delle negligenze. Non è il momento delle polemiche, ci ripetono dagli altari che officiano l’unità nazionale, come se dovessimo sedare le nostre coscienze e disertare la critica perché disarmonica rispetto alla melassa melodica dei direttori di un’orchestra impacciata. Speriamo che passi presto questo periodo di privazioni e di dolore, ma alla fine chi si sottrae oggi alle colpe ne risponderà, comunque, domani. Intanto, ringraziamo il gestore del sito per adulti e ricordiamocelo alle prossime erezioni…pardon elezioni.
Andrea Amata, Il Tempo 3 aprile 2020