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Ancora non ho capito come ho preso il Coronavirus…

La situazione è questa: mi sono beccato il Coronavirus. Ho fatto un tampone ed è risultato positivo. E quindi, almeno per i prossimi quattordici giorni, dovrò stare in isolamento. Ovviamente lo faccio seguendo tutte le procedure che mi hanno spiegato i bravissimi medici dello Spallanzani: verrò contattato dalla Asl e sarò sotto monitoraggio. Almeno così mi hanno detto.

Il primo giorno è passato con 38-39 di febbre, tosse secca e per il momento nessun contatto con la Asl: lo dico senza ironia, avranno altre emergenze. Se dovesse continuare così, faccio gli scongiuri, è come una tosta tranvata influenzale. Sono al primo giorno e spero bene. Negli ultimi quindici non ho fatto niente di particolarmente rischioso, anzi sono stato abbastanza attento, ma il virus me lo sono preso lo stesso. Mi dispiace molto per i tanti colleghi con i quali ho lavorato a Quarta Repubblica che probabilmente non sono stati infettati, ma devono ugualmente rispettare quattordici giorni di quarantena. Mi scuso tantissimo con tutti quanti loro. La trasmissione, ovviamente, non è andata in onda ieri sera e probabilmente staremo fermi almeno per due puntate.

C’è poco da dire: è una brutta influenza. Anche se c’è chi, come il mio amico Luca Ricolfi, sostiene che sia una fake news dire che questo virus è solo una pessima influenza. Ed è vero. Per quelli che sono negli ospedali, in rianimazione, magari dove non ci sono letti a sufficienza è molto di più. Ma non voglio trasformare il mio contagio in una diretta minuto per minuto. Spero che non mi costringano a ricoverarmi, ma la comunicazione deve rimanere laica e seria. Il virus colpisce alcuni in maniera lieve, come me – spero di non peggiorare! – e altri in modo molto più pesante ed è a loro che dobbiamo rivolgere la nostra attenzione.

Dobbiamo essere tutti più responsabili e capire che la trasmissione è molto più facile di quanto immaginiamo: io non ho ancora capito dove cavolo sono stato contagiato. Continuerò a tenervi informati sulle colonne de Il Giornale e sul web. Un grande saluto a tutti i lettori e un ringraziamento ai tantissimi che mi hanno scritto per sapere come mi sento e per dirmi che sono preoccupati. Vi ringrazio, un grande abbraccio. Ma direi che le preoccupazioni sono oggi da riservare a coloro che sono negli ospedali, medici, infermieri e pazienti. In conclusione direi che questo virus è davvero infido. È un’arma a doppio taglio. Debole con tanti, mortale con pochissimi e facilmente trasmissibile.

Nicola Porro, Il Giornale 10 marzo 2020