Sulla morte di Andrea Purgatori, ho fatto il mio mestiere di giornalista: ha fatto un po’ di telefonate e ho capito esattamente che cosa purtroppo è successo. Purgatori va in una clinica a Roma, Villa Margherita, perché si sente debole. Si fa fare una TAC da un radiologo e questa evidenzia un tumore al polmone che era il motivo della sua debolezza sebbene non avesse ancora sintomi evidenti.
Il tumore era molto importante: mi hanno detto intorno ai 7 cm ed incurabile. A quel punto, il radiologo chiede di fargli fare una TAC full body con il liquido di contrasto per vedere se il tumore fosse andato in altre parti del corpo, ma la Tac dà risultato negativo.
La ricerca delle metastasi
Uscito da quella clinica, Purgatori va dal suo medico curante che lo invita a fare una seconda ricerca per verificare se avesse o meno delle metastasi in altre parti del corpo. Si reca quindi in una clinica privata, la Pio XI, una delle poche che dispone di un macchinario particolare molto sofisticato che possa fare la PET, un nuovo sistema per verificare se nel cervello ci fossero delle metastasi. Quella macchina trova le metastasi, contro la diagnosi emersa dalla TAC full body del prima clinica.
Andrea Purgatori e la radioterapia
Si adoperano quindi subito per fare una radioterapia che però potrebbe essere stata la causa di un primo ictus. Viene quindi ricoverato nuovamente e, a quel punto, gli viene fatta una nuova TAC al cervello dove non si trovano le metastasi. Persino dopo una risonanza non ci sono evidenze di queste metastasi. Ricapitolando, alla clinica privata Pio XI vengono trovate le metastasi al cervello, mentre alla Villa Margherita i risultati sono sempre negativi. Questa tragedia, che riguarda un nostro collega bravissimo quale era Andrea Purgatori, parte dal fatto che purtroppo avesse un cancro mostruoso ai polmoni. Quello sì, uno potrebbe chiedersi perché non fosse mai stato visto nei precedenti check-up, o perché sia comparso così velocemente.
Per approfondire
La malattia avanzata e le conseguenze delle terapie
Il punto fondamentale è che la sua era una malattia tremenda in uno stato avanzato. Qualcuno ha pensato che questa si fosse diffusa in altre parti del corpo e quindi ha adoperato terapie che probabilmente hanno aggravato le condizioni di Andrea. Dall’altra parte, quello che lui aveva era comunque una cosa mostruosa. Insomma, il punto non è chi l’ha ucciso. È stata la malattia ad ucciderlo. Ci sono state valutazioni diverse sulla diffusione di questa malattia e ci sarà un’inchiesta così da vedere cosa effettivamente sia successo.
Nicola Porro, trascrizione dalla Zuppa di Porro del 22 luglio 2023